VIAREGGIO. “Ho saputo della morte di Milziade Caprili ed a caldo mi è venuto da scrivere qualcosa: il 24 maggio scorso mi sono recato all’ospedale unico della Versilia per fare visita a Milziade, lì ricoverato per l’incurabile malattia che lo ha portato al decesso. A quella visita ci tenevo particolarmente, quindi, vinta la preoccupazione di creare disturbo e sentito il medico di turno, il dottor Ferruccio Puccinelli, sono andato a trovarlo. Ho trovato Milziade, assistito dalla moglie e compagna Amalia, molto lucido, seppur provato dalla malattia.” Così Emiliano Favilla, esponente della Federazione della Sinistra, ricorda Milziade Caprili.

“Mi ha teso subito la mano e con un fil di voce, quasi impercettibile, mi ha sussurrato che non ce la faceva più. Avrei voluto parlare a lungo con lui, dato che ci si conosceva da una vita, ma visto le condizioni, mi sono trattenuto solo pochi minuti. Il tempo necessario però per scambiare qualche parola. Era interessato a capire come ‘andava’, riferendosi alla situazione politica nazionale ed a quella locale, con le elezioni alle porte per il Comune di Viareggio.

“Il discorso sarebbe stato lungo e non adatto alla situazione, quindi mi sono limitato ad alcune battute. Visto quanto soffriva, volevo togliere il disturbo prima possibile per farlo riposare e così ci siamo poi nuovamente salutati con una forte stretta di mano per l’ultimo addio, nel mentre, sempre con il solito filo di voce mi, ha sussurrato: ‘Senza rancore’. Il riferimento era chiaramente a quello scambio di battute sulla stampa di qualche mese fa, a proposito di una sua possibile discesa in campo come candidato a sindaco per il comune di Viareggio.

“Milziade Caprili, infatti, stava valutando l’opportunità di mettersi a disposizione per una eventuale corsa a sindaco di Viareggio. Ed io che, invece, ritenni quella sua proposta ormai tardiva, dato che le scelte a sinistra erano già state fatte con la candidatura di Leonardo Betti. Soprattutto biasimavo il fatto che uno come lui dotato di capacità, esperienza e molto stimato in città (che avrebbe sicuramente potuto fare la differenza) si era reso disponibile solo quando ormai, a mio parere, era troppo tardi e a quel punto la sua discesa in campo avrebbe potuto lacerare ulteriormente una sinistra già traballante.

“Quel ‘senza rancore’ pronunciato da Milziade in fin di vita era riferito proprio a quella vicenda. Pur in un momento di grande sofferenza si preoccupava, quindi, nel perenne commiato, di farmi sapere che non si portava dietro nessun rancore. Quel gesto e quelle parole mi provocarono un tale groppo alla gola con un’emozione che riuscii a trattenere solo a stento. Non era il caso di unire alla sua sofferenza anche la mia tristezza.

“Nonostante che a una certa età se ne sia viste tante, quell’insegnamento di vita di Milziade Caprili è riuscito a darmi insieme a tanta emozione una bella scossa alla mia coscienza. Addio Milziade e grazie ancora.”

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ultimo aggiornamento: 11-06-2013


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