VERSILIA. Ultimi giorni per “Le ali del Parco”, la mostra fotografica sull’avifauna dell’area protetta, con gli splendidi scatti di Luca Filidei raccolti nell’arco di un anno di pazienti attese ed appostamenti fotografici per immortalare i volatili che vivono o sostano, nelle loro migrazioni, all’interno dell’area protetta: l’iniziativa ad ingresso libero, che proseguirà fino a domenica 23 giugno, ha visto nei giorni scorsi la partecipazione del Direttore del Parco, Andrea Gennai, con un momento d’incontro e di dibattito col pubblico all’interno dello spazio espositivo e culturale “Pietro Martinelli” in via Tavoleria, nel centro storico di Pisa.

La mostra, frutto di una collaborazione di natura culturale tra la Tappezzeria Martinelli e l’Ente Parco che ha l’obiettivo di valorizzare la memoria storica e la vocazione naturalistica del territorio pisano, s’inserisce nella rassegna “1723-2013 Radicati nel futuro”, che prevede lo svolgimento di alcuni eventi culturali per festeggiare i 290 anni di attività della storica azienda pisana, che ha lavorato per conto della Casa reale fornendo e restaurando mobili imbottiti e tendaggi d’arredo – valorizzando così edifici in alcune delle proprietà che erano disseminate sul territorio del Parco – e che conserva tutt’oggi alcuni documenti che testimoniano tale collaborazione.

E proprio dal motto della rassegna è partita la riflessione di Gennai: “La frase “Radicati nel futuro” mi piace molto, perché richiama alla mente concetti cari a tutti coloro che lavorano per le aree protette. Il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, come molte altri parchi, affonda infatti le sue radici nel passato: gli interventi che hanno salvaguardato questa vasta porzione di territorio e hanno portato all’istituzione dell’area protetta sono infatti iniziati molti anni fa, grazie alla lungimiranza di persone che hanno avuto la capacità di progettare un futuro a lungo termine.

Sebbene alcune di queste radici siano state tagliate dalla guerra – basti pensare soltanto alla distruzione dello chalet sul mare dei Savoia e della Villa reale che era un tempo a Cascine Vecchie, probabilmente insieme ad alcuni lavori di questa storica azienda pisana – è vero comunque che oggi la Tenuta di San Rossore e, più in generale, molte altre zone del Parco, sono così grazie a tali radici e ad una visione del mondo molto diversa da quella che si ha oggi – ha proseguito Gennai: – una visione di lungo periodo che, seppure talvolta unita ad atteggiamenti impositivi, animava, con risvolti certamente non negativi, coloro che hanno fatto la storia del nostro territorio”.

Grazie ad un costruttivo confronto col pubblico presente in sala, che ha più volte invitato ad intervenire con domande e spunti di riflessione, Gennai ha anche ribadito la volontà di ridefinire gli orientamenti dell’Ente Parco riguardo all’educazione ambientale e alla promozione del territorio, per cercare di far capire non solo ai turisti, ma anche alla popolazione che vive nei comuni che fanno parte del Parco, quali siano le sue finalità: “Sento spesso arrivare le accuse più disparate nei confronti dell’Ente: da coloro che sostengono che San Rossore non sarebbe fruibile, a chi pensa, più in generale, che il lavoro di chi si occupa di aree protette sarebbe inutile. La mostra fotografica “Le ali del Parco” offre invece uno dei mille spunti per fare capire alle persone “che cosa è” e “perché esiste” un’area protetta: una ex guardia della Tenuta di San Rossore si sta occupando, in questi giorni, di alcune attività di inanellamento, insieme ad una decina di volontari giunti da tutta Italia. Qualche sera fa ho potuto assistere alla liberazione di un bellissimo esemplare di Piro piro boschereccio, un uccello che costruisce il nido nelle remote zone artiche, tra Russia e Scandinavia, e passa dalle nostre coste per rifocillarsi ed avere poi la forza di ripartire alla volta dei paesi equatoriali o tropicali: il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli è una tappa fondamentale di un lungo percorso e di una rete che unisce altre oasi, riserve ed aree protette in tutto il mondo, e che garantisce in tal modo la conservazione di tali animali.

Vorrei in futuro riuscire a coinvolgere in momenti simili cittadini e turisti, di qualsiasi età, perché soprattutto attraverso esperienze suggestive ed emozionanti come queste è possibile riuscire a promuovere davvero il nostro Parco e riuscire a far capire qual è la missione di coloro che si trovano a gestire porzioni protette di territorio: la Tenuta di San Rossore dovrà divenire non solo un’area dove fare picnic nelle belle giornate primaverili, ma anche e soprattutto un luogo dove scoprire ed entrare in contatto, in modo più consapevole, con la natura”.

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