(copyright VersiliaToday)
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 VIAREGGIO. Terza puntata di FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday, dedicato alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valetina Aletti.

Tutti pazzi per…il calcio!

Lo chiamano Soccer Virus, ovvero Virus del calcio e colpisce molti calciatori professionisti. Questo parassita sembra annidarsi tra gli spogliatoi delle più famose squadre con il risultato di portare a casa una serie di sconfitte.

Lo psicologo inglese D.Johnson definisce così il malessere motivazionale che dilaga tra i calciatori di alto livello, dopo aver cercato di esaminare cosa sta dietro gli insuccessi di squadre inglesi ben quotate.

Qual’è la motivazione dei calciatori? Come mai atleti strapagati che dovrebbero essere altamente motivati non lo sono?

Spesso allenatori e manager delle squadre attribuiscono il calo di motivazione all’ eccessiva pressione fisica e psicologica a cui i calciatori sono sottoposti, ma secondo la teoria del Soccer Virus l’eccessiva retribuzione di questi professionisti è la risposta alle nostre domande.

Ovviamente è poco realistico e riduttivo associare ad un unico fattore, quello pecuniario, l’andamento della motivazione di un individuo o un gruppo poiché vi influiscono anche fattori come personalità, ambiente, storia personale, atteggiamenti e valori. Tuttavia sembra che negli ultimi decenni, con il notevole afflusso di denaro, soprattutto il mondo del calcio è a rischio di contrarre questo virus che sta lentamente danneggiando il livello di motivazione dei professionisti, con il risultato di performance scadenti in uno sport che per molto tempo è stato mosso solo dalla forza della passione. Gli elevati salari hanno apportato enormi benefici finanziari facendo si che la più grande motivazione degli atleti, ovvero la passione, fosse sostituita dal denaro.

La motivazione, come dice anche l’origine latina della parola, è ciò che ci spinge ad agire e si riferisce a quelle forze che dirigono e sostengono il comportamento rendendolo possibile. Si può distinguere in intrinseca ed estrinseca. Nel primo caso è una stimolazione che proviene da dentro e guida la nostra curiosità nel fare le cose, ad esempio un bambino ama giocare a palla per vedere quanto riesce a calciare lontano o quanti palleggi è in grado di fare. Nel secondo caso, una motivazione estrinseca è una stimolazione che proviene da fuori, le persone sono motivate a fare le cose perchè si aspettano di ricevere ricompense in lodi, promozioni, status sociale o denaro.

Più riceviamo ricompense esterne (motivazione estrinseca) per portare a termine i nostri compiti e più il motore interno che ci spinge a raggiungere gli obiettivi rischia di perdere di potenza. Allo stesso ad esempio modo più un bambino viene premiato per aver passato un esame e più la sua curiosità e voglia d’ imparare saranno minacciate.

Non si può fermare un treno ormai in corsa ma riconoscere che un’incontrollata ed eccessiva escalation nell’uso del denaro o altri tipi di ricompense ha un impatto negativo sulla motivazione personale, può essere un buon punto di partenza.

FeliceMente ricorda che: “ la più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è quella di essere di buon umore” (Voltaire).

FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni telefonare al 349- 4299296 o scrivere a [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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