FORTE DEI MARMI. In due location, attigue e inerenti alle tematiche della personale, al Museo Ugo Guidi” (MUG) e al Logos Hotel, il giornalista/pittore delinea con tratti e colori vividi donne reali e surreali, uomini cavallereschi e luoghi “non luoghi”, usati come metafora.

Con gli occhi del cronista, la mano del pittore e la sensibilità dell’artista: così nascono “Bagnanti”, “Desiderio di amore”, “Cattedrale nel deserto urbano” e “Cavalieri di carta”, quadri emblematici di certe vite vissute, che l’autore, Antonio Giovanni Mellone, esporrà a Forte dei Marmi dal 13 al 29 luglio. La mostra, intitolata “Passe-partout italiano” e a cura della critica Stefania Provinciali, non a caso è suddivisa in due spazi, distinti e in sintonia con i diversi contenuti delle opere: – i “cavalieri”, rappresentativi del percorso artistico di Mellone, e i loro “luoghi”, traslati, si troveranno al Museo Ugo Guidi, in via M. Civitali 33, visibili, durante i giorni della mostra, dalle 18 alle 20 o su appuntamento al 348-3020538 o [email protected]; – i “personaggi femminili”, di nuova interpretazione dell’artista, saranno ospitati al Logos Hotel, in via Mazzini 153, e potranno essere visti dalle 10 alle 23.

In particolare, le donne presentate al Forte hanno rilevanti connotati attuali, come spiega Mellone: “Dalle difficoltà esistenziali che il sesso “debole” sta vivendo da sempre e oggi in maniera più acuta, emergono le mie “bagnanti”. Sdraiate su spiagge bituminose, davanti a un mare lattiginoso e tramonti inquietanti, esse vivono il contrasto tra ciò che dovrebbe essere gioia ed invece è disagio. L’atteggiamento stereotipato dei corpi e il volto di alcune di loro, che ricorda le maschere impenetrabili del Teatro Kabuki giapponese (come nelle “Grandi bagnanti”), suggeriscono il bisogno di autodifesa, con l’interpretazione di un ruolo non proprio”. Ma con vena espressionista e l’uso di colori acrilici, dati con la tecnica del pennello a secco, Mellone racconta anche altre, pregnanti, “storie in rosa”: “Ho rinunciato, per una volta tanto, a dipingere le donne come simbolo di bellezza esteriore e interiore, per sottolineare un’altra problematica non meno urgente: quella dell’amore di una donna per un’altra donna e la relativa aspirazione alla maternità (come in “Due ragazze con bambino” e “Donne con gatto”, in cui l’animale, più amato dal genere femminile, rappresenta l”oggetto del desiderio”)”.

Al Museo, anche in omaggio al maestro Ugo Guidi, Mellone porta alcuni lavori in carta impostati su cavalli e cavalieri, ma in un’ottica in cui la materia stessa, povera, suggerisce la decadenza dei valori incarnati da questi personaggi: “Ho utilizzato, con un intervento materico minimo, la tecnica del collage proprio per evidenziare la frantumazione dei sentimenti attraverso la frammentazione dei materiali. Pezzi di giornale come pezzi di una cronaca dimenticata. Anche le due tele sui luoghi dei cavalieri, con i ruderi inseriti in un paesaggio urbano cristallizzato, parlano del contrasto tra antichi siti di raccoglimento e moderni deserti del sentimento”.

 

 

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