(foto VT)

CAMAIORE. Ricordi, confessioni ed un paio di frecciate. Con garbo, però. Adriano Galliani parla per due ore a ruota libera di tutto l’emisfero Milan, senza preclusioni o particolari frizioni. Lo fa a Capezzano, nello splendido scenario della villa “Le Pianore”, in un incontro organizzato dall’associazione “In gioco per la solidarietà”, per commemorare, prima di tutto, la scomparsa di Claudio Lippi, giornalista di Milan Channel. L’ad rossonero risponde a volto sereno alla raffica di domande a cui viene sottoposto.

I tempi cambiano. Il calcio italiano è in crisi. E non solo quello. La difficoltà a competere con le grandi potenze europee si fa sentire sempre di più. La Serie A, di conseguenza, diventa un campionato con scarso appeal: “Una volta potevamo permetterci di avere in squadra Van Basten, Gullit e Rijkaard, primo, secondo e terzo nella classifica del Pallone d’Oro. Oggi questo non è più possibile. I club stranieri fatturano molto più di noi e guadagnano almeno il doppio dai diritti televisivi. Se poi ci mettiamo che i nostri stadi sono vecchi, ecco spiegato perché da noi non arrivano più i grandi campioni”.

Mai giù dal podio. Snocciola un po’ di numeri, Galliani. Fa presente che negli ultimi cinque anni nessuno, in Italia, in termini di punti, ha fatto maglio dei rossoneri: “Siamo sempre saliti sul podio in queste stagioni – analizza – e quando proprio ci è andata male, siamo finiti terzi. Non come Inter e Juve, che nelle stagioni storte sono finite lontano in classifica”.

Stella di prima grandezza. Anche a Capezzano Adriano Galliani esalta Balotelli. Lo fa senza mezzi termini, sottolineandone l’importanza dentro e fuori dal campo: “Mario è una stella di prima grandezza, anche se all’Inter e al Manchester City faceva la riserva. È un fenomeno particolare ed un simbolo del Milan riconosciuto in tutto il mondo. Per lui, come per tutti gli altri giocatori in rosa, non abbiamo mai pensato ad una clausola rescissoria, perché questa potrebbe permettergli di andare via”. Galliani svela poi un paio di aneddoti legati a SuperMario: “Ogni tanto, quando mi fermo a Milanello, lo vedo calciare i rigori al termine dell’allenamento. Ho fatto caso che lui non guarda mai il pallone, ma solo al portiere. Onestamente non so come ci riesca. La maglia numero 9? A me non risulta che l’abbia chiesta, comunque è disponibile. Se la verrà, vedremo di accontentarlo”.

Proposta quasi indecente. C’è una cosa che in tanti avevano ipotizzato, ma che nessuno sapeva con certezza. Per Stephan El Shaarawy un’offerta è arrivata. Allettante, ma non a tal punto da convincere il Milan ad accettarla: “Vi do questo scoop – dice Galliani riferendosi al pubblico -, abbiamo ricevuto una proposta superiore ai 30 milioni da un club straniero, ma non vi posso dire quale (è il Manchester City, ndr). Di questo ho informato lui ed il suo agente e ci siamo parlati. Stephan ci ha detto che qui sta benissimo, che non se ne vuole assolutamente andare e che è disponibilissimo a giocare da seconda punta”.

Prima si vende, poi si compra. Adriano Galliani lo ha ripetuto più volte, quasi a volerlo ribadire per evitare incomprensioni: “Numericamente siamo a posto così – spiega – acquisteremo un giocatore solo se prima ne cederemo un altro”. E per ribadire il concetto, l’ad si concede una battuta: “Abbiamo cinque punte, non siamo mica la Juventus”. Quindi, un altro attaccante arriverà soltanto quando Robinho verrà venduto: “Abbiamo compiuto altri passi in avanti col Santos, ma l’affare non è ancora concluso. Il giocatore non sta male al Milan, ma ha espresso il desiderio di tornare a casa sua”. La pista che porta a Ljajic sembra piuttosto calda, anche se Galliani prova a raffreddarla: “Può diventare un obiettivo, ma in questo momento ha un contratto con la Fiorentina, quindi per ora lasciamo stare”.

La mia amata Versilia. “Vado in vacanza alle Focette dal 1955 – confessa Galliani – la Versilia è un posto bellissimo che io amo molto”. Una confessione arricchita con il racconto di un paio di aneddoti legati alle sue vacanze trascorse in riva al mare, con la mente rivolta, sempre e comunque, al suo Milan.

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