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VIAREGGIO. Quinta puntata di FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Questa settimana l’articolo è firmato da Ornella Giusti, insegnante di psicologia-pedagogia-filosofia.

La necessità dell’orientamento per dare un futuro al presente.

 Al termine della scuola dell’obbligo e ancora di più nella fase conclusiva degli studi della scuola superiore è particolarmente sentita ed urgente la scelta di un corso per proseguire la formazione culturale e/o professionale (dopo l’esame di terza media), di una facoltà, di un diploma di specializzazione, di un corso di preparazione al lavoro (dopo l’esame di stato). In questo momento più che in altri si parla di orientamento, letto come necessità impellente e quindi erroneamente scambiato con la capacità di scegliere.

L’ansia non è estranea a questo processo: lo sanno bene le famiglie e soprattutto gli studenti, diretti interessati, prima impegnati nella preparazione degli esami e subito dopo chiamati ad intraprendere un nuovo percorso, il cui successo dipende dal modo in cui corrisponde ai desideri, alle aspettative, agli interessi, alle conoscenze e alle competenze acquisite.

Ad un certo punto molti si sentono persi perché di fronte alle diverse possibilità di scelta scoprono di non possedere una “bussola” per orientarsi e maturano dubbi anche sul corso di studi che hanno già concluso, magari anche con buoni risultati. Nonostante il successo, pensano di avere sbagliato indirizzo e di fronte a queste nuove esigenze di scelta aumentano le difficoltà emotivo-relazionali, la paura di fallire, la sensazione di essere soli nel contesto extrascolastico, sia che si tratti di una facoltà universitaria che di corsi di preparazione ad una professione.

È un numero in crescita quello degli studenti che abbandonano gli studi dopo aver intrapreso quelli di scuola superiore, ed è ancora più ampio quello dei giovani che dopo il diploma di maturità scelgono di non scegliere e restano in stand by. Sono numerosi anche coloro che, dopo avere intrapreso un corso universitario, non riescono a seguirlo, cambiano anche più volte indirizzo di studi e spesso, dopo queste false partenze, rinunciano a spendere in modo costruttivo la parte migliore di sé, che sembrano non riconoscere e/o non trovare più.

In realtà il potere e la consapevolezza di scegliere è il risultato di un buon orientamento assicurato, come tale, dalla riflessione impegnativa ed importante che accompagna la crescita dello studente, investe il suo progetto di sé e la stessa possibilità di realizzarlo. L’orientamento è il percorso che consente di intraprendere progetti personali soddisfacenti, in ambito sia formativo che professionale, garanzia di benessere per tutto l’arco della vita. Una scuola orientante lo interpreta e realizza come un processo formativo complesso, determinato da molteplici fattori personali cognitivi e non cognitivi, non necessariamente collegati all’intelligenza linguistica e matematica.

Orientare è promuovere la coniugazione degli aspetti psicologici con le necessità di informazione e conoscenza. Una buona comunicazione, attenta ai bisogni dei singoli, rivolta agli studenti e alle famiglie, è il territorio più fertile per la realizzazione di un orientamento positivo e proficuo in termini di crescita, apprendimento, socializzazione e realizzazione personale.

L’obiettivo comincia a farsi concreto quando lo studente annovera tra le proprie abilità cognitive l’organizzazione, la pianificazione e la risoluzione di problemi, che non sono interpretati come barriere ma come mete da superare (problem solving, decision making) L’energia che garantisce questo processo è la motivazione personale, il senso di fiducia nelle proprie possibilità, alimentato da buoni rapporti interpersonali all’interno della realtà scolastica, da comportamenti sociali adeguati e dal controllo emotivo. Un buon livello di benessere è un fattore determinante per la fiducia in se stessi, la gestione autonoma delle difficoltà, l’autocontrollo, l’elaborazione dell’ansia; risultati della fondamentale competenza di base che è l’autovalutazione.

Quando la scelta per il proprio futuro avviene con queste premesse è meno traumatica perché i protagonisti sono emotivamente meno fragili hanno maggiori meccanismi di difesa in termini di autonomia, progettualità, lettura di se stessi e della realtà. In altre parole sono beneficiati dal flow, energia positiva che spinge a fare e a fare bene, nella convinzione di volere e dover riuscire nonostante le inevitabili difficoltà. L’insuccesso non è un destino ma una strada percorsa in modo sbagliato, la” bussola” per trovare il senso giusto di marcia è solo dentro se stessi ed è fatta di motivazione, impegno, tenacia.

ORNELLA GIUSTI

 FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni telefonare al 349- 4299296 o scrivere a [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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