PIETRASANTA. Nuovo appuntamento con A Spasso con Galatea, grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci raccontano la storia della Pieve di San Giovanni e Santa Felicita di Valdicastello.
La Pieve di San Giovanni e Santa Felicita di Valdicastello.
Immersa nella tranquillità degli olivi versiliesi a circa un chilometro e mezzo da Pietrasanta troviamo la bellissima Pieve di San Giovanni e Santa Felicita di Valdicastello. Aperta solo durante le celebrazioni religiose per evitare atti vandalici, la pieve è considerata la più antica della Versilia: i primi documenti sono conservati presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca e risalgono all’855.
Nonostante le modifiche subite nel tempo, come l’inserimento della torre campanaria, la struttura romanica è ben riconoscibile. Interessante è l’antica iscrizione presente in facciata. Le sculture medievali che decorano il portone, il lato nord e la zona absidale dell’edificio richiamano la pieve di Stazzema e altre chiese lucchesi. Se fate attenzione vedrete che le pupille delle figure umane e zoomorfe sono colmate da materiale metallico per aumentarne l’espressività.
Il portale è stato decorato nel 1982 dall’artista Marcello Tommasi.
Inizialmente la pieve controllava circa dodici chiese della zona ed era affiancata da un itinerario di crinale che univa Valdicastello, Capezzano Monte, Sant’Anna e Stazzema. Confinava con un antico ospedale e con il cimitero che si estendevano dove ora sorgono le abitazioni private e gli orti. L’antico pozzo è tutt’ora presente. Tra il XIV-XV sec. l’edificio perse prestigio: il Duomo di San Martino di Pietrasanta e la chiesa di Stazzema ricevettero il fonte battesimale ottenendo tutti i benefici legati a questo privilegio.
Chi ama il Romanico deve assolutamente vedere l’interno e vi consigliamo la visita durante le celebrazioni religiose. Potrete anche osservare un affresco del ‘300 raffigurante San Cristoforo col Bambino, una sinopia del XIII secolo e Cristo Pantocratore benedicente con i simboli degli evangelisti nella zona absidale. Fate attenzione a non calpestare le lapidi funerarie presenti sul pavimento: la più antica è del 1508 e la più recente del 1761!
Alla prossima settimana
Stefania Neri, Galatea Versilia