«Abrogazione della Legge Merlin, riapertura delle case chiuse e regolamentazione della prostituzione». È questo il quesito referendario presentato stamani in Cassazione da Claudio Morganti, europarlamentare indipendente dell’Eld, Roberto Sala, consigliere provinciale a Pisa, Angelo Alessandri, ex deputato, e Manuel Laurora.

«Negli incontri e nelle cene contro il degrado dovuto alla prostituzione svolti a Prato e in altre città – fa sapere Morganti in una nota –, avevo promesso che mi sarei impegnato con un atto concreto. Saranno i cittadini a dover decidere se riaprire o meno le case chiuse, ponendo così fine al racket, generato paradossalmente dalla stessa Legge Merlin, che spesso si nasconde dietro la prostituzione. Infatti, si stima che, su circa un milione di individui che esercita il cosiddetto “mestiere più antico del mondo”, la metà sia soggetta a forme di sfruttamento.

La riapertura delle case chiuse, infatti, permetterebbe di stroncare lo schiavismo che spesso molte donne, tante minorenni, e uomini sono costretti a subire, senza diritti né doveri. Non solo – prosegue –, ma vorrebbe dire anche assoggettare i professionisti del sesso a controlli medici e sanitari per evitare la trasmissione di malattie veneree».

Infine, Morganti valuta anche l’aspetto economico che potrebbe portare la riapertura delle case chiuse. «Secondo alcuni dati – spiega – si stima che l’emersione dei redditi derivanti dalla prostituzione garantirebbe un gettito pari o addirittura superiore all’Imu sulla prima casa. Non dimentichiamoci che già in molti Paesi europei la prostituzione è soggetta a tassazione».

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