FORTE DEI MARMI. “Ha ragione Buratti, il problema del lavoro nero in Versilia c’è, eccome. Ma non si affronta con le reti, il filo spinato, o campi minati sulla battigia, o con altre iniziative che vogliono allontanare i più deboli, ma il vero “nero” che si annida in Versilia è nel lavoro di molte cameriere, molti bagnini, molti che puliscono la sabbia la sera, molti cuochi e lavapiatti”. Lo afferma Massimiliano Bindocci,  segretario della Filcams Cgil Lucca.

“I sindaci della Versilia ora tutti di centro sinistra – scrive Bindocci – dovrebbero porsi un problema di legalità quando parlano di turismo per quanto riguarda le condizioni di lavoro, tutti sanno dei contratti finti part time, tutti sanno dei finti contratti a chiamata che lavorano tutti i giorni, tutti sanno dei voucher, tutti sanno dei finti apprendisti, dei finti sagisti, tutti sanno del lavoro nero o grigio, tutti sanno che in qualche stabilimento balneare vengono affittati dei locali/appartementi, eccetera. Per dire una banalità come Filcams Versilia abbiamo intervistato circa 300 addetti, oltre 270 (90%) ha detto che nella stagione non farà mai un giorno di riposo. Con quale faccia poi parliamo di sicurezza e di lavoro nero? Se i sindaci della Versilia non sanno queste cose, il problema è più grave. E’ nostra intenzione chiedere alla Prefettura di Lucca di aprire un tavolo per fare un piano sulla legalità del lavoro nel turismo, per le prossime stagioni, dove protagonisti attivi devono essere le federazioni dei pubblici esercizi di Confcommercio e di Confesercenti, le alle associazioni dei balneari ma anche le amministrazioni comunali2.

“Le amministrazioni locali della Versilia dove e quando parlano di Turismo si rivolgono preferibilmente alle categorie datoriali e solo in pochi casi alle organizzazioni sindacali, non sono certo per ragioni di competenza e di legalità, visto che la crisi del turismo vede sicuramente negli operatori in Versilia anche i principali responsabili, con una logica nanista, immobilista e campanilistica che ha impedito di investire e di innovare, e certamente gli altri responsabili sono le quella classe politica che non ha saputo valorizzare il territorio e creare infrastrutture. Non sarà certo alzando il volume a qualche concerto o con delle reti che si invertiranno i dati della crisi del turismo. Il filo spinato va saputo mettere intorno a quella classe politica che invece di voler non vedere il disagio lo deve saper risolvere negli interessi dei cittadini tutti, e non tutelando coloro quando mangiano sulla spiaggia il caviale sono disturbati dalla presenza di un “vu cumpra’”.

 

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ultimo aggiornamento: 28-07-2013


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