FORTE DEI MARMI. Nuovo appuntamento con A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci parlano del simbolo di Forte dei Marmi, il Fortino.

Eccoci con il consueto appuntamento di A spasso con Galatea!!! Argomento della settimana è il Fortino di Forte dei Marmi (da cui deriva il nome della cittadina).   L’edificio è sicuramente uno dei simboli della riviera versiliese e la sua costruzione è una chiara conseguenza dell’incremento dell’attività estrattiva promossa dal governo mediceo sulle Alpi Apuane. Papa Leone X, la Signoria Medicea e l’Opera di Santa Maria del Fiore ordinarono a Donato Benti, scultore e collaboratore di Michelangelo in Versilia, la realizzazione di un tracciato viario per facilitare il trasporto e le spedizioni via mare dei blocchi e dei manufatti marmorei. Si venne quindi a creare la cosiddetta Via di Marina che terminava nei pressi dell’attuale Piazza Garibaldi. Pensate che all’epoca Forte dei Marmi era una zona acquitrinosa e disabitata: vi era solo una capanna per soldati, un’osteria vicino alla riva e il Magazzino della Magona.

Franco Buselli nella sua ultima pubblicazione riguardante le fortificazioni versiliesi ricorda come il governo lorenese ampliò le funzioni delle roccaforti presenti sul territorio: oltre al ruolo difensivo divennero infatti zona di controllo doganale e sanitario.

Nel 1778 nacque la proposta per la costruzione del Forte allo scalo dei Marmi. Pensate che il progetto prevedeva 2607 pali di legno per le fondamenta e un costo non minore alle 43.750 lire ! La struttura doveva essere difensiva, come dimostrano i bastioni dagli angoli smussati verso mare, e multifunzionale: ospitava il magazzino della dogana, la stanza per la Contumacia per ospitare le persone provenienti da imbarcazioni in sospetto di malattia e contagio, diversi alloggi, la caserma, la cucina e la cisterna. La struttura risulta terminata nel 1788.

L’edificio ha avuto poi diverse destinazioni d’uso e rimaneggiamenti: il tetto e le aperture hanno subito modifiche sostanziali e nel Novecento è stata abbattuta la torretta (visibile nello stemma della città). Nel 1928 Mario Cattaneo, ingegnere comunale, si occupò dei lavori per trasformare il Fortino in Casa del Fascio. Terminata la guerra ospitò il Comitato di Liberazione Nazionale divenendo “Casa del Popolo”, accolse sfollati, aule scolastiche, associazioni e nel 1957 un ufficio postale. Dal 1998 è di proprietà del Comune e attualmente ospita il Museo della Satira, l’ufficio informazioni turistiche e importanti mostre.

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