CAMAIORE. Dove imparare un mestiere che sta scomparendo? In parrocchia! Lodevole l’iniziativa che partirà a giorni e che coinvolgerà – almeno in questa prima fase – 11 donne disoccupate, quasi tutte di Camaiore (una è di Massarosa). A loro, nella fattoria gestita dall’associazione Mille Fiori e dalla Parrocchia, sarà insegnato il mestiere di sarta.

La fattoria – in via delle Capanne a Camaiore – è rinata da un anno a questa parte. Grazie all’impegno dei volontari e alla lungimiranza del priore don Damiano Pacini, quella che era una struttura semi-fatiscente è stata ristrutturata completamente. E da un anno a questa parte segue alcuni ragazzi con handicap, ma da anche piccoli impieghi a uomini rimasti senza lavoro, nei campi o negli oliveti (a Camaiore, ma anche nella zona di Seravezza). Ora, grazie anche alla volontà di due sarte (Emilia Coppola e Olga Chernysheva) di mettersi a disposizione degli altri, partirà un altro importante progetto. Protagoniste, in questo caso, le donne. A loro è rivolto un vero e proprio corso di cucito e sartoria, della durata di tre mesi.

“Queste donne – ha spiegato Carla Cariddi, presidente della Mille Fiori – impareranno un mestiere che, tra l’altro, è sempre meno diffuso di questi tempi. Poi potranno fare quel che vorranno. Utilizzare queste competenze solo in ambito domestico, oppure avviare un attività imprenditoriale, da sole o tutte insieme. O, perché no, anche sviluppare il progetto

foto Marco Pomella
foto Marco Pomella

all’interno della fattoria. Per settembre vorremmo ripetere l’esperienza nella Versilia Nord, a Seravezza. Poi di nuovo a primavera 2014″. Il corso sarà possibile oltre che per la presenza delle due sarte professioniste, anche perché un privato (che preferisce però rimanere anonimo) ha donato una macchina da cucire, e perché la cooperativa ha un’incredibile stock di jeans vecchi, donati qualche mese fa dalla Levi’s. La speranza è che imprese locali, o privati cittadini, donino all’associazione stoffa e materiali per poter far sì che il progetto di formazione sia il migliore possibile.

Don Damiano (a sorpresa, potremmo dire) per spiegare il progetto non cita il Vangelo o le Scritture, ma un proverbio cinese. “A chi ha fame – ha detto il priore di Camaiore – non dare da mangiare, ma insegna a pescare. Con questo spirito avviamo il progetto. Questa associazione è per noi è un vanto. E’ nata da molto poco, ma sta velocemente muovendo passi importanti, e svolge un servizio sociale di cui c’è gran bisogno. I contributi alle famiglie servono, per carità. Ma sono sempre più convinto che sia ancora più importante dare dignità alle persone. Un assegno non dà dignità, un lavoro sì. Su questi progetti sento la forte mancanza di una sinergia da parte dei Comuni della Versilia”.

Tra i presenti alla presentazione del progetto l’assessore al sociale del Comune di Seravezza Roberta Lombardi. Il progetto si avvale della collaborazione del Comune di Camaiore e dell’Unione dei Comuni della Versilia.

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