PIETRASANTA. Il comuni di Massarosa e Pietrasanta e i vertici di Consorzio Ambiente Versilia hanno incontrato ieri i legali rappresentanti di Termomeccanica per tentare la strada dell’accordo transattivo, dopo la condanna emessa dalla Corte d’appello di Genova che impone ai Comuni il pagamento di circa 10 milioni di euro, oltre interessi e rivalutazione, per un contenzioso risalente al 2005.

“Si tratta – spiega l’assessore all’ambiente del Comune di Massarosa Damasco Rosi– di un contenzioso che vede coinvolti i Comuni di Massarosa e Pietrasanta, che dovrebbero in prima istanza far fronte al saldo di questo enorme debito, in quanto sono subentrati 1997 al Commissario regionale come soggetti concedenti nei rapporti con Termomeccanica e Consorzio Etruria,costruttori e primi gestori degli impianti di Pioppogatto e Falascaia. L’obiettivo dell’incontro era quello di verificare la possibilità di un accordo transattivo a salvaguardia del nostro bilancio, nonché dei bilanci di tutti i Comuni versiliesi”.

“L’incontro di ieri – spiega – ci ha visto subito contrapposti in merito al calcolo degli interessi sulla somma capitale. Secondo i calcoli effettuati dal nostro ufficio legale, che ha applicato gli interessi e la rivalutazione seguendo quanto previsto dalla sentenza, la somma finale si aggirerebbe attorno ai 15 milioni e 400 mila euro e da lì bisognerebbe partire per trovare un eventuale accordo da concordare e condividere con gli altri Comuni del Consorzio chiamati anch’essi al pagamento pro-quota della somma. I calcoli prodotti invece da Termomeccanica, seguendo parametri errati, porterebbero ad una somma omnicomprensiva di circa 24 milioni di euro”.

“In queste condizioni, la distanza per tentare di raggiungere un’ intesa e chiudere il contenzioso è talmente ampia da rendere vano ogni tentativo di risoluzione bonaria”.

“Ci siamo aggiornati alla prossima settimana dopo che i legali di Termomeccanica avranno rivisto i conteggi. Se non accetteranno la nostra posizione- puntualizza Rosi- che in buona sostanza è la linea tracciata dalla Corte d’Appello nella sentenza, non ci saranno più margini e andremo allo scontro totale, utilizzando gli strumenti che la giustizia ci mette ancora a disposizione: ricorso presso la Corte di Cassazione con contestuale istanza di sospensione all’esecuzione e in caso di mancato accoglimento tenteremo la carta dell’opposizione all’esecuzione”.

“I tempi sono stretti anche per percorrere la via giurisdizionale in considerazione del fatto che inoltre Termomeccanica si è dichiarata pronta a procedere con l’azione esecutiva, ma a quel punto cercheremo di seguire ogni strada per tentare di risolvere la problematica più grande che i Comuni versiliesi affrontano ormai da anni ma che per adesso, purtroppo, vede Massarosa e Pietrasanta sulla “linea del Piave”-aggiunge il sindaco Mungai”.

“Tutto ha avuto inizio nel 2005, quando T.M.E. e T.E.V. (società subentrate ai costruttori e primi gestori degli impianti), dopo aver messo in mora i comuni di Massarosa e Pietrasanta già a partire dal 2002, proponevano domanda di arbitrato per ottenere il pagamento nei confronti dei due enti delle riserve iscritte negli atti di contabilità ed in quello di collaudo, per asseriti ritardi, per varie ragioni, nell’esecuzione dei lavori ed inizio dell’attività oltre ad altro, il tutto per una somma di circa 80 miliardi di vecchie lire (oltre 40 milioni di euro). Un giudizio che si andava altresì ad intrecciare con un ricorso al TAR Toscana e successivamente al Consiglio di Stato.

Nel confronti di tale pronuncia, i due comuni, presentavano ricorso alla Corte d’Appello di Genova e dopo diversi anni i magistrati hanno emesso l’amaro verdetto- conclude Rosi”.

 

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ultimo aggiornamento: 06-09-2013


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