SERAVEZZA. “Questa mattina ho partecipato, presso la Cava delle Cervaiole, alla cerimonia annuale della “Madonna del Cavatore”. Da tanti anni, tutti gli anni, l’Amministrazione Comunale di Seravezza è presente a questa semplice, sobria, ma molto significativa iniziativa organizzata dai lavoratori in cava della Henraux”.

A scriverlo è il sindaco di Seravezza Ettore Neri.

“La giornata era magnifica e lo scenario, come sempre, maestoso e straordinario; tutto in quel luogo assume un aspetto più significativo e coinvolgente. Ma, come ogni anno, anche questa volta, la cosa che più mi ha colpito e coinvolto è stata la forza sobria ed autorevole del manipolo di cavatori, in attività e in pensione, riunitosi ad ascoltare la celebrazione della Messa alla Madonna da parte del Parroco don Alessandro.

Quando sono stato chiamato a portare il mio saluto, il saluto del Comune di Seravezza ho voluto rimarcare quanto di più dovremmo fare per far conoscere la vita dei nostri cavatori alla nostra intera comunità: la vita vera, quotidiana, intendo, non quella romanzata ed enfatizzata ed ho voluto sottolineare quanto sarebbe utile per la convulsa e confusa società che si affanna al piano avere la possibilità di misurarsi con l’etica del comportamento di questi uomini forti e, al contempo, sapienti: uomini che conoscono la durezza del loro mestiere e che il loro mestiere lo conosco a fondo e lo maneggiano con perizia e cautela.

Essi sanno che nei loro gesti, nei loro comportamenti, nelle scelte che fanno e nelle decisioni che prendono riposa la sicurezza di loro stessi, delle loro famiglie, dei compagni di lavoro e della buona riuscita del loro lavoro.

Essi sanno che devono sapersi fidare l’uno dell’altro perché la salute e la vita dell’uno è nella mani dell’altro (e viceversa); sanno come sia doveroso ed utile sapersi adeguare con coscienza e dedizione al mutare delle condizioni poste dall’avanzare e dall’introduzione di nuove, straordinarie, tecnologie e sanno che la montagna, come il mare, vanno conosciuti e rispettati, vanno amati ed assecondati.

Trovo in loro quello che vedo carente (e a volte assente) in tante altre professioni che, ad ogni livello, vengono svolte al piano: trovo in loro l’applicazione al massimo livello della deontologia professionale, lo spirito di sacrificio e la voglia di fare bene, di fare la cosa giusta.

Ho trovato una comunità di lavoratori più serena, rispetto a qualche tempo fa e cosciente degli impegni che il loro lavoro comporta anche in termini ambientali e di ricaduta del valore aggiunto e del profitto non solo su di loro e sull’azienda per cui lavorano, ma anche sulla intera, nostra, comunità.

Tornando a valle mi sono sentito più sollevato ed ottimista rispetto a quando ero salito.

Di tutto questo, per tutto questo mi piace ringraziarli pubblicamente”.

 

 

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ultimo aggiornamento: 08-09-2013


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