FIRENZE. “Questo primo giorno di scuola è stato sufficiente a far emergere la verità dei fatti, nascosta fino a ieri dagli annunci trionfalistici della ministra Carrozza. Il caos registrato in tutta Italia, con migliaia di classi ancora prive di insegnanti, sono la dimostrazione che dietro ai finanziamenti sbandierati dal Governo si celano le condizioni allarmanti in cui versa la scuola pubblica italiana, per la quale occorre fare molto di più”. La senatrice toscana di Sinistra Ecologia e Libertà, Alessia Petraglia, commenta così questo primo giorno di scuola, segnato da grandi difficoltà e disagi per gli studenti e le loro famiglie.

“Con l’avvio di questo anno scolastico – prosegue Petraglia – si è verificato quello che SEL denuncia da mesi, un fatto ineludibile dopo anni di continui tagli al settore dell’istruzione pubblica. Dal 2008 ad oggi, la Riforma Gelmini e i decreti del Governo Monti hanno sottratto alla scuola quasi dieci miliardi di euro. Ieri, la ministra Carrozza ha parlato di stanziamenti per appena 400 milioni, una cifra ridicola e insufficiente per parlare di una inversione di tendenza”.

“Anche in Toscana – dice ancora la senatrice – abbiamo assistito oggi ai risultati di queste politiche scellerate, le cui conseguenze ricadono sugli studenti, sulle loro famiglie, su migliaia di insegnanti precari, chiamati a colmare, in situazioni spesso difficili, lacune create ad arte per fare a pezzi il sistema di istruzione pubblico a tutto vantaggio di quello privato”.

E tra le province toscane, Firenze è quella che nei prossimi giorni vedrà i maggiori disagi, a causa del ritardo con cui l’ufficio scolastico provinciale sta provvedendo alla nomina dei supplenti. Un fatto “inevitabile” secondo il responsabile provinciale scuola di SEL, Antonio Venneri. “Il piano di stabilizzazione – spiega – quest’anno ha previsto solo 11mila assunzioni, da assegnare per il 50% alle graduatorie dei docenti precari e per l’altro 50% alle graduatorie di merito dell’ultimo concorso-truffa Profumo, in Toscana concluso solo per due classi di concorso. Tutto questo a fronte di circa 100 mila i posti disponibili e vacanti che potrebbero essere stabilizzati”.

“Nella sola provincia di Firenze – prosegue Venneri – sono più di 1000 i posti da assegnare con incarico annuale ai docenti precari, quelli che ogni anno consentono insieme agli altri colleghi di far funzionare la scuola, quelli che da anni, nonostante siano formati e abilitati, licenziati a giugno, devono ripartire a settembre in un’altra scuola e in altre classi. Le difficoltà di oggi, quindi, non devono né stupire né essere prese per eccezioni, sono l’ordinarietà di una Paese che non vuole investire nel proprio futuro. Garantire la continuità didattica è l’unico modo per garantire una scuola di qualità”.

 

 

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