ROMA. La maggior parte ha già la porta sbarrata, ma in qualche caso i blocchi messi in atto da cittadini, amministratori locali, avvocati, hanno impedito che venissero fisicamente chiusi i battenti degli uffici giudiziari “rottamati”. È partita tra le proteste la piena operatività della riforma della geografia giudiziaria che con un tratto di penna ha soppresso – per accorparli ad altri palazzi di giustizia – 30 tribunali e altrettante procure, 220 sezioni distaccate e 667 uffici del giudice di pace.

L’obiettivo è ottenere risparmi sino a 80 milioni di euro, ma anche un’organizzazione della giustizia più efficiente, visto che l’attuale distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio nazionale è rimasta immutata dall’Unità d’Italia.

Nonostante le polemiche, il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri resta ottimista: tutte le componenti del mondo giudiziario “daranno il loro contributo”, per la riuscita della riforma “senza nostalgie per il passato”, ha scritto in un messaggio rivolto ai magistrati, ai dirigenti e al personale degli uffici giudiziari, nel quale definisce le inevitabili “difficoltà” che si incontreranno il “prezzo da pagare” per riformare davvero il Paese.

Al Sud restano le proteste più dure. A Sala Consilina, in provincia di Salerno, un centinaio di persone ha bloccato l’ingresso del tribunale, per impedirne la chiusura e contestare l’accorpamento con quello di Lagonegro, che si trova nella provincia di Potenza; con loro anche il sindaco Gaetano Ferrari, e l’intero consiglio comunale.

A Rossano, provincia di Cosenza, avvocati e cittadini continuano il presidio che va avanti da giorni davanti al tribunale, per vanificare il trasferimento degli incartamenti e degli uffici al Palazzo dei giustizia di Castrovillari; ieri era stato attuato anche un blocco stradale per rendere impossibile l’ingresso dei camion incaricati del trasloco, un’agitazione finita solo dopo aver ottenuto l’impegno per una “tregua” sino a lunedì.

A Potenza prosegue l’occupazione di una sala della Regione Basilicata da parte di sindaci, avvocati e due consiglieri regionali contro la soppressione del tribunale di Melfi: le proteste andranno avanti ancora per molto, hanno annunciato in una conferenza stampa. A Chianciano Terme faccia a faccia tra il ministro Cancellieri, ospite della Festa dell’Udc, e un gruppo di avvocati di Montepulciano, che con lo slogan “qui muore la giustizia e anche il popolo” protestavano contro la chiusura del loro tribunale.

“La riforma ora parte ma voi segnalateci tutti i problemi”, ha detto ai manifestanti il ministro che, poco prima, in un dibattito pubblico aveva espresso “rispetto” per la “sofferenza dei territori” e spiegato che la ristrutturazione della macchina giudiziaria “non è stata fatta solo per risparmiare” ma soprattutto per garantire un servizio migliore ai cittadini.

(fonte ANSA)

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ultimo aggiornamento: 15-09-2013


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