VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday, dedicato alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Oggi si parla dei capricci nei bambini, e di come interpretarli.

 

Bambini: quando le “bizze” sono un sintomo

“Mamma, ho mal di pancia non posso andare a scuola!”

“ Papà, non voglio mangiare!”

“Mi sono di nuovo fatto la pipì addosso!”

Quando un’affermazione ripetuta di un bambino passa dall’essere un semplice capriccio a un segnale degno di attenzione clinica?

Come per ogni sintomo il criterio della ripetitività è determinante. Se frasi come queste sono quotidianamente all’ordine del giorno impedendo la normale routine della vita familiare, indubbiamente non si tratta di un semplice capriccio!

Molti bambini manifestano il loro “disagio” con i fatti invece che con le parole. Questo è chiaramente visibile nel momento in cui sono incapaci, per varie ragioni, di condurre una vita regolare dormendo serenamente la notte, andando a scuola al mattino, mangiando ai pasti ecc.

Frequentemente queste manifestazioni comportamentali vengono scambiate per semplici capricci e legate quindi al temperamento del bambino o alla poca severità nell’educazione ricevuta dalla parentela (nonni, zii..) che se occupa. In realtà pochi sono portati a pensare che siano solo gesti che sostituiscono parole di un messaggio molto chiaro.

Ansia, timore, disagi all’interno del nucleo familiare e molto altro, possono portare un bambino a manifestare le emozioni negative all’interno di alcuni aspetti della sua vita che apparentemente non sembrano essere legati al vero problema.

Un genitore, un nonno, un insegnante, un istruttore ha il dovere di segnalare situazioni di questo tipo a personale specialistico. quando i sintomi sono tali da incidere negativamente sulla qualità di vita del bambino. Come nella maggior parte dei casi infatti prima si interviene, prima c’è possibilità di remissione del sintomo senza ulteriori peggioramenti.

Il medico pediatra è necessariamente il primo specialista da consultare per escludere che i disagi del bambino siano dovuti a qualche condizione medica. Successivamente in caso di esiti negativi è necessario chiedere il parere di uno psicologo preferibilmente specializzato in terapia familiare o in psicologia dello sviluppo in grado di valutare la complessità del sintomo nelle sue varie sfaccettature per comprenderne il senso all’interno del nucleo familiare del bambino.

Molto frequentemente quello che in gergo viene chiamato “paziente designato”, ovvero il membro della famiglia che in quel momento sta male, è solo il portatore del disagio familiare che in altri modi è presente in tutti i membri o nella coppia genitoriale.

Dovere dello specialista è aiutare il bambino ad esprimere i suoi vissuti in uno spazio protetto, quello della terapia psicologica, con modalità idonee alla sua età anagrafica. Con bambini molto piccoli ci si avvale di tecniche proiettive come il disegno, che vanno successivamente ben interpretate e ampliate con descrizioni verbali. Nei bambini più grandi è fondamentale utilizzare il colloquio come strumento principale di conoscenza rapportandosi al bambino sempre in base alla sua età anagrafica.

I genitori pertanto possono stare tranquilli: il bambino non verrà in alcun modo traumatizzato, ma anzi potrà trovare sollievo all’interno di uno spazio protetto totalmente dedicato al perseguimento del suo benessere.

Concludendo vorrei apportare una modifica ad una famosa citazione di D. Pennac secondo il quale “quel che complica tutto è che la maggior parte dei bambini fanno i bambini, e quasi tutti gli adulti giocano agli adulti” dicendo che “forse quel che complica il tutto è che la maggior parte dei bambini fanno gli adulti, e quasi tutti gli adulti giocano agli adulti”.

 

  •  FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a [email protected]
  • Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.
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ultimo aggiornamento: 29-09-2013


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