VIAREGGIO. L’appello di Stefano Dinelli è tristemente caduto nel vuoto. Parole di conforto tante, fatti pochi. Allo stadio contro il Frosinone si sono viste le solite facce (gli abbonati e pochi altri) e la classe politica ha latitato praticamente in blocco, ad eccezione di Alessandro Caprili (assessore allo sport, “l’unico che si sta dando da fare nonostante le difficoltà”, secondo Dinelli), Luca Lunardini (ex Sindaco, comunque presenza abituale ai “Pini”) e Daniel Griva (Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago).

Dinelli non parla da presidente del Viareggio, ma da persona che ama a dismisura la sua città e che non si fa troppi problemi quando c’è da tirare un po’ di orecchie: “Nessuno si rende conto che Viareggio non ha più un’identità culturale e che molto presto, continuando così, morirà nell’aridità. In ogni parte d’Italia le squadra di calcio sono simbolo di unione e di aggregazione, qui no. Eppure una volta si lottava per la propria città”.

E poi ancora: “Qui non si tratta di aiutare Stefano Dinelli, ma un patrimonio della città. Sabato alla mostra alla Taverna del Calcio ho ritrovato un articolo di sei anni fa in cui denunciavo il fatto che senza un adeguato sostegno per il Viareggio (promosso in C2, ndr) sarebbe stata dura a livello economico. Dal 2007 ad oggi non è cambiato proprio niente”.

Non più tardi di una settimana fa il presidente delle zebre si era sfogato su Facebook, esternando il suo stato d’animo. Un gesto forte, che ha trovato il pronto conforto di amici, tifosi e politici. Ma è servito realmente a qualcosa?: “In tanti mi hanno detto di farmi forza e di non mollare, ma alla fine quello in difficoltà sono io, sotto tutti gli aspetti. E nonostante tutto, grazie all’ennesimo sforzo, oltre all’importante supporto della Carismi che mi è venuta incontro, mercoledì verserò i contributi richiesti dalla Lega”.

E se il presente è nero, il futuro non sembra poi tanto diverso: “Io, sinceramente, speravo di essere di passaggio, con la speranza che dopo di me sarebbe subentrato qualcuno con la stessa voglia di lasciare un segno per Viareggio, così come ho fatto io. Dieci anni fa, diventando presidente di questa società, ho assunto un impegno per la gioia di tanti. Ora, però, mi ritrovo solo e senza che nessuno sia realmente disposto a fare qualcosa per dare continuità al progetto. Non ci dobbiamo scordare che nel 2019 il Viareggio compirà 100 anni”.

Sul tecnico Miggiano, invece, nessun giudizio negativo: “Ha solo bisogno di tempo: è preparato e deve fare i conti con una rosa allestita in buona parte a fine agosto. Col Frosinone ho visto una squadra attenta e organizzata, che comunque non è in forma e si vede. Io non voglio vincere il campionato, voglio solo divertirmi quando vedo giocare il Viareggio”.

 

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