VIAREGGIO. Internet e i social media prendono definitivamente piede al Carnevale di Viareggio. Non solo perché i bozzetti delle opere che sfileranno in Passeggiata a febbraio e marzo saranno svelati in diretta anche su Facebook e Twitter, ma anche – e soprattutto – perché due delle dieci costruzioni di prima categoria affrontano il tema delle insidie che si celano dietro l’uso del web.

Una è “La Rete” di Alessandro Avanzini, campione in carica tra i carri grandi: l’opera denuncia le dinamiche di una società nella quale “le tecnologie non sono le cause del mondo in cui viviamo, ma le conseguenze”. Uno scenario apocalittico dominato da un mastodontico ragno dalle sembianze cyborg e con il capo a forma di mouse, che a suon di click si nutre della Rete e delle prede che vi finiscono intrappolate, “individui senza individualità, bocconi prelibati per la famelica voracità di un potere senza confini”. L’altro carro dedicato a questo tema di drammatica attualità è “Non entrare in quel Portale” di Fabrizio Galli: anche qua un aracnide, emblema della dipendenza da Internet, si erge al centro della scena. La costruzione si svilupperà in due atti scenici: i portali web, soglia tra la vita quotidiana e la realtà virtuale, cingono la carretta mostrando immagini accattivanti per poi schiudersi e svelare il macabro ragno intento a paralizzare la sua vittima, un adolescente dalla mente ormai obnubilata.

Non solo Internet, comunque: su due costruzioni la grande protagonista è la musica. I fratelli Umberto e Stefano Cinquini immaginano il volto di John Lennon fare capolino tra fiori e cuori per far scoppiare una “Revolution”, come cantava ai tempi dei Beatles. Una “rivoluzione d’amore” dove le emozioni sono l’unica arma da utilizzare, un omaggio a chi ha sempre chiesto soltanto di ‘dare una possibilità alla pace’ mentre imperversava la guerra in Vietnam. Roberto Vannucci, invece, attinge dagli anni Ottanta per il suo “Figli di un Dio minore – Somebody to love”: come suggerisce il titolo, il rimando è ai Queen e a Freddie Mercury in particolare, qui nelle veste di angelo che veglia su un mondo diviso dall’egoismo e dall’odio ricordandoci che l’amore vince su ogni forma di discriminazione.

Spazio, poi, anche all’attualità: in “Hysteria”, carro con cui partecipano Gilbert Lebigre e Corinne Roger, l’Italia è rappresentata come una paziente in preda a una crisi di nervi che si sottopone a una improbabile seduta ‘psiconaliticaparascientifica’ per mano di Sigmund Freud e di Frankenstein Junior: alla fine entrambi converranno sull’opportunità di prescrivere una terapia d’urto a base di divertimento da effettuare a Carnevale. I fratelli Luigi e Uberto Bonetti rievocano il mito di Atlantide per descrivere l’Italia di oggi, ovvero “La penisola sommersa” dove Alfano, Berlusconi, Letta e Renzi e tutta la classe politica faranno travolgere il paese da uno tsunami che non lascerà via di scampo.

Simone Politi e Priscilla Borri tornano in gara dopo la bocciatura dello scorso anno e presentano “Il ladro di sogni”. È un mostro che manovra, fa e disfa al riparo da occhi indiscreti, che decide le sorti di popoli e intere generazioni e con un semplice gesto fa salire o scendere l’indice della borsa. Una satira amara sulla crisi che attanaglia i giovani, derubati dei sogni di costruirsi una propria vita. Anche Carlo Lombardi si concentra su una vita quotidiana segnata dalla negatività: il suo “Voodoo” è dominato da una grande bambola voodoo, ovvero l’Italia trafitta da spilli acuminati che rappresentano i mali che la affliggono – mafia, corruzione, evasione fiscale e chi più ne ha più ne metta. L’auspicio è che il popolo pratichi un unico rito che allontani i demoni e faccia tornare a sorridere.

Sceglie, invece, un tema di evasione Massimo Breschi: la sua costruzione è “Un carro…armato di allegria”, ovvero un tank dai colori variopinti dal quale usciranno maschere e mascheroni, con un omaggio a Sergio Baroni e Renato Galli, per cancellare la tristezza con l’arma della gioia e del divertimento. Infine, Franco Malfatti ripiega su “L’acchiappasogni”: un anziano stregone pellerossa ci insegna a filtrare sogni e visioni attraverso un magico amuleto: “Sarebbe bello alzarsi un mattino e accorgersi che i sogni dell’umanità si sono realizzati e che tutte le vicissitudini che ci affliggono si sono dissolte come per magia”, scrive il costruttore. “So benissimo che questa è una utopia ma vi prego non toglieteci l’ultima possibilità che l’uomo ha: sognare.” Che, in fondo, è lo stesso desiderio invocato dal popolo di Burlamacco quando arriva Carnevale…

(Visitato 615 volte, 1 visite oggi)

Carnevale, in anteprima i bozzetti di prima categoria

Diretta Live: Bozzetti del Carnevale 2014