Nuovo interessante appuntamento con A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. Questa settimana ci raccontano di una antica tecnica giapponese, il Raku, che qualcuno, con passione e dedizione, ancora porta avanti qui da noi, in Versilia.

 

Galatea incontra il ceramista Antonio Giannecchini e scopre la tecnica raku.

 

Questa settimana ho trascorso uno splendido pomeriggio in compagnia dell’amico ceramista Antonio Giannecchini. Chi di voi ha partecipato alla Pedalata tra gli ulivi ha probabilmente visitato il suo studio e ha avuto il piacere di conoscere il variegato mondo della ceramica. La passione di Antonio è molto forte: sin da

foto Galatea Versilia
foto Galatea Versilia

piccolo le sue doti artistiche erano sotto gli occhi di tutti, ma il lavoro di ferroviere e i casi della vita lo hanno sempre un po’ allontanato dall’attività artistica. Una volta in pensione però l’energia creatrice è potuta sbocciare completamente.

La ceramica è l’arte che più lo soddisfa e vederlo plasmare la creta con tanta disinvoltura è un vero piacere. Ho seguito Antonio durante la cottura di alcuni manufatti da lui realizzati attraverso la tecnica raku, da lui definita “esaltazione dell’imperfetto”. Questo antico procedimento proveniente dal Giappone è legato alle teorie zen e alla cerimonia del tè. Il tutto avviene nel giro di una decina di minuti: l’oggetto di creta bianco, già cotto in precedenza e poi decorato, viene sottoposto a forti sbalzi termici per rendere la sua colorazione intensa.

Antonio ha cotto le sue creazioni in un particolare forno capace di raggiungere temperature molto elevate, le ha poi estratte e inserite in un contenitore con segatura alimentando le fiamme sulla superficie dell’oggetto e dopo poco ha immerso i manufatti in una bacinella d’acqua. Questa tecnica ha colpito talmente tanto l’imperatore giapponese dell’epoca da fargli nominare gli oggetti così realizzati “raku”, riprendendo il nome del suo ideatore. Solitamente invece le ceramiche orientali seguono il nome della dinastia regnante nel periodo della loro creazione. Antonio mi ha poi informato che ogni oggetto adoperato durante la cerimonia del tè veniva spaccato per rendere quel momento unico e irripetibile. Incredibile!

Antonio è veramente un uomo dalle mani d’oro, oltre che artista, è un bravissimo cuoco (credetemi) e un attento restauratore: qualche anno fa si è infatti occupato dell’allestimento del Museo del lavoro e delle tradizioni popolari della Versilia Storica presente al secondo piano del Palazzo Mediceo a Seravezza e ancora oggi si occupa della conservazione degli oggetti esposti.

Se vi ho incuriosito e vi piacerebbe provare a lavorare la creta o a decorarla vi consiglio di seguire i “Mini percorsi di decoro sotto cristallina su ceramica” che Antonio tiene a Palazzo Mediceo a Seravezza dal sei di novembre .

Per saperne di più. Se volete visitare lo studio di Antonio Giannecchini partecipando alla Pedalata tra gli ulivi nella piana di Seravezza non esitate a contattarmi! Al termine del giro si potrà assaggiare l’olio quercetano presso l’Antico Uliveto di Pozzi.

Stefania Neri, Galatea Versilia

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