MASSAROSA. Per il candidato della lista “Sicurezza idraulica, ambiente, equità e partecipazione” un territorio così vasto ed eterogeneo come quello del nuovo comprensorio di bonifica non potrà più “accontentarsi” di una programmazione annuale ma puntare su piani di più lungo respiro, progettuale ed economico. In Versilia occhi puntati sul lago di Massaciuccoli e sulla gestione di un territorio dalla morfologia particolare.

“Con un territorio di oltre 360 mila ettari che va dalla montagna alla costa, segnato da criticità ed esigenze differenti, non si può più ragionare su base annuale: serve un programma organico e un impegno deciso da parte di tutti gli enti, in primis la Regione Toscana”. Così Fortunato Angelini, candidato alle elezioni del Consorzio di bonifica Toscana Nord con la lista “Sicurezza idraulica, ambiente, equità e partecipazione”, sul nuovo maxi comprensorio che dal 30 novembre, giornata di voto, unirà 69 Comuni di cinque Province differenti.

“Il nuovo ente – spiega Angelini – dovrà lavorare per la sicurezza di tre diverse tipologie di territorio: la montagna, Lunigiana, Garfagnana e Alta Versilia, zone ricche di boschi ma minate dal progressivo abbandono di abitanti e aziende che ne rende difficoltosa l’ordinaria manutenzione”. Poi la fascia costiera, “con il piano della campagna al di sotto del livello del mare – prosegue il candidato – che ostacola il naturale deflusso delle acque”. E ancora: Piana di Lucca, Media Valle e l’area di Pisa, Pistoia e Fucecchio, “dove la portata di tutto il reticolo idrico – conclude Angelini – deve essere adeguata, ampliando o rinforzando l’alveo di fossi e canali”. Per la Versilia, il candidato ha calcolato un investimento da 60 milioni “per interventi strutturali sulle arginature del lago di Massaciuccoli – specifica – da ricaricare e consolidare”.

L’80% dei tributi di bonifica riscossi dal nuovo maxi Consorzio, secondo il candidato, servirà a garantire il funzionamento degli impianti idrovori e rendere omogonea la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, prima tappa sulla strada della prevenzione. In base allo studio sulla riduzione del rischio idrogeologico presentato al ministero delle Infrastrutture da tutte le unioni regionali, Angelini ha stimato in 250 milioni, spalmati in 10 anni, il budget necessario per opere straordinarie che portino il territorio, in modo uniforme, a livello di sicurezza: casse di espansione, stombamenti dei canali a parziale corso sotterraneo, briglie idrauliche per frenare la velocità delle correnti e proteggere, così, l’alveo dei fiumi dall’erosione.

Risorse che il candidato della lista “Sicurezza idraulica, ambiente, equità e partecipazione” cercherà prima di tutto in sede regionale e comunitaria, “ma coinvolgendo – conclude – tutti gli enti locali in un piano straordinario decennale che porti a un graduale assetto idraulico il nuovo territorio di bonifica e metta al riparo abitanti e aziende da frane, allagamenti e relative emergenze economiche che ne minano la sopravvivenza e lo sviluppo”.

 

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