LUCCA. È italiana, ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, è un’impiegata o un’operaia, è sposata: è questo il profilo della donna vittima di violenza che nel 2013 si è rivolta ai centri antiviolenza della provincia di Lucca (dati raccolti da gennaio a settembre), così come emerge dai dati illustrati questa mattina a Palazzo Ducale in occasione della presentazione del programma per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e la campagna nazionale del Fiocco bianco.

In 141 casi sui 335 segnalati, la violenza è psicologica mentre per 104 donne si è trattato  di violenza fisica o addirittura sessuale (7 casi denunciati nel 2013). Autore della violenza è il coniuge (66 casi su 189) o il convivente (29 casi), ma non mancano gli ex mariti, che sono 14 o i compagni non conviventi (16 casi).

Spesso i figli assistono a questi episodi (93 casi su 180) e per lo più sono minorenni (121 su 168).

La donna vittima di violenza che si rivolge ai centri spesso è diplomata (50 su 180) o ha il titolo di studio di media inferiore (39 su 180).

Sono sempre poche le donne straniere che chiedono un aiuto: i numeri parlano di 33 su 180.

La decisione di chiedere aiuto è spontanea in 79 casi su 262, spesso – 91 volte su 262 – l’intervento è frutto di una segnalazione di terzi. Perchè ci si rivolge ai centri antiviolenza? Su 373 interventi, 107 sono stati per una consulenza legale, 87 per informazioni, 90 per essere ascoltate e 52 per assistenza psicologica.

Il Codice Rosa identifica un percorso di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenze, senza distinzione di genere o età che, a causa della loro condizione di debolezza, più facilmente possono diventare vittime di violenza: donne, ma anche bambini, anziani, immigrati, omosessuali.

Il codice viene assegnato da personale addestrato a riconoscere segnali non sempre evidenti di una violenza subita anche se non dichiarata e non appena scatta, entra in funzione una task force composta da personale sanitario (medici, infermieri, psicologi) e dalle forze dell’ordine, che si attivano subito per l’individuazione dell’autore della violenza.

Scopo principale del progetto è coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per dare una risposta efficace già dall’arrivo della vittima al pronto  soccorso.

I gruppi operativi interforze (Azienda USL, Procura della Repubblica, Forze dell’ordine) hanno il compito di contribuire al tempestivo riconoscimento e all’emersione dei casi di lesioni derivanti da maltrattamenti o da violenze commesse da terzi, garantendo contestualmente la rapida attivazione degli  uffici delle Procure della Repubblica.

Attualmente il Codice Rosa è attivo nei Pronto soccorso delle Aziende Usl di Lucca, Prato, Arezzo, Grosseto, Viareggio, Pisa, Livorno, Empoli e nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie Careggi e Meyer.

La Asl 12 fa sapere che da gennaio a settembre 2013 ha attivato il codice rosa 111 volte: in 94 casi si trattava di adulti ma ci sono stati anche 17 casi pediatrici. Per gli adulti la violenza si connota per lo più come maltrattamento (93 casi); per i bambini ci sono stati 14 casi di maltrattamento e 3 abusi.

Tra gli adulti la vittima è sempre una donna; i casi di uomini maltrattati, infatti, sono solo 2. Le fasce di età più martoriate sono quelle tra i 18 e i 29 anni, con 20 casi, e 30-39 anni con 25 casi.

Le donne straniere che hanno usufruito del Codice rosa in totale sono 18. Quando si tratta di minori, i numeri sono maggiori in Versilia sono quelli delle bambine, con 11 casi, contri i 6 casi dei maschi.

Nella fascia di età 7/11 anni si contano 4 casi che hanno ricevuto maltrattamenti; si tratta di 2 minori italiani e 2 stranieri.

Nella fascia 12/18 anni i casi sono 9, di cui 7 quelli che riguardano ragazze. Anche in questi casi si parla per lo più di maltrattamenti ma si segnalano anche 3 abusi.

 

 

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asl 12 codice rosa dati donne minori provincia lucca violenza

ultimo aggiornamento: 13-11-2013


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