VIAREGGIO. L’Ente Parco replica al comunicato stampa, riguardante il ruolo dell’agricoltura all’interno dell’area protetta, che è stato divulgato da Coldiretti e che «esprime una posizione fuori luogo, poiché fa confusione nel citare, inopportunamente e in modo fuorviante, alcune proposte del Parco che dovrebbero essere invece inquadrate in un contesto ben più ampio e che, peraltro, si riferiscono esclusivamente alla tenuta di San Rossore.

«Ritengo che Coldiretti esprima una posizione fuori luogo – è il commento del presidente dell’Ente Parco Fabrizio Manfredi – e non capisco, soprattutto, l’utilità di voler alimentare una polemica contro l’Ente che, oltre a non fare riferimento a situazioni concrete, non sembra tener conto in alcun modo del fatto che il presidente e il direttore non si sono mai sottratti al confronto, a stimoli e a sollecitazioni, sia dirette sia nell’ambito della commissione agricoltura dell’Ente Parco, che questa nuova gestione ha voluto rilanciare come sede privilegiata delle scelte che devono essere compiute in materia.

Per quanto riguarda i contenuti del comunicato, vorrei precisare che si rischia di fare confusione rispetto ai temi trattati: un conto sono infatti le proposte effettuate dal Parco per il rilancio della Tenuta di San Rossore, obiettivo per il quale l’Ente è tenuto ad agire su più fronti e ad utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, tra i quali sono inclusi, da un lato, anche quello della qualificazione e della promozione della propria azienda agro-zootecnica, e dall’altro la possibilità di utilizzare alcune porzioni di territorio della Tenuta ben definite anche da parte di soggetti esterni. Una questione, quest’ultima, che peraltro sta interamente dentro il tema della convenzione con Ente Terre regionali toscane, e sulla quale l’Ente Parco, dopo aver lavorato per mesi con gli uffici della Regione Toscana ed aver discusso al riguardo anche al suo interno, dovrà esprimersi nella prossima seduta del Consiglio direttivo. Tutto ciò, in ogni caso, nulla ha a che vedere con le altre iniziative per lo sviluppo della Tenuta di San Rossore, che hanno relazioni più specifiche anche con altri aspetti, come l’educazione ambientale e la promozione turistica: prerogative e competenze esclusive dell’Ente Parco sulle quali non è certo compito di Coldiretti dover assumere scelte e decisioni. Inoltre, sia chiaro, sarebbe comunque sbagliato credere che voler elevare l’offerta turistica di una porzione del nostro territorio possa incidere negativamente su altro: si tratta, piuttosto, di elementi che vanno di pari passo, e che possono solo favorire circuiti virtuosi anche per le altre tenute che compongono l’area protetta.»

«Per quanto riguarda appunto il resto del territorio del Parco – precisa Manfredi – sono e sono sempre stato attento al ruolo, alla funzione e al protagonismo delle oltre duecento imprese agro-zootecniche, che ovviamente sono perfettamente consapevoli, da sempre, di operare all’interno di un’area protetta, con regolamentazioni specifiche che ogni parco ha, ma dalla quale possono e potranno sempre più trarre benefici. In tal senso vanno le azioni che l’Ente Parco sta portando avanti, sia di carattere urbanistico (vedasi ad esempio la variante al piano di gestione di Tombolo e Coltano, nel cui ambito è prevista una serie di nuove opportunità anche per le aziende agricole che operano nella zona), sia a sostegno della promozione e della produzione dei prodotti agro-zootecnici: basti pensare al coinvolgimento delle imprese che producono grano nel progetto di filiera integrata del pane toscano (tra le ipotesi di lavoro, è anche prevista la futura realizzazione del “pane del Parco”), oppure ai protocolli d’intesa stipulati con aziende di pluriservizi – come l’ASP (Azienda Speciale Pluriservizi) di Viareggio, che gestisce la mensa in città – per iniziare a far diventare suoi fornitori gli imprenditori agricoli del Parco, o ancora al lavoro che sta impegnando l’Ente per far sì che questo ultimi possano accedere alla piattaforma regionale delle aziende che riforniscono il sistema delle mense toscane; o infine, ai protocolli d’intesa con le scuole professionali, che hanno quale obiettivo far conoscere sempre più l’area protetta agli studenti e far divenire i prodotti tipici del Parco materia della loro formazione e della loro professione futura. Tutto ciò rappresenta solo un esempio di quanto, contrariamente a quanto Coldiretti sostiene e afferma pubblicamente, l’Ente sia estremamente sensibile e attento alle tematiche legate all’imprenditoria agro-zootecnica, rispetto alla quale il Parco stesso intende, anche negli anni a venire, svolgere sempre più efficacemente il ruolo di volano di sviluppo sostenibile.»

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ultimo aggiornamento: 22-11-2013


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