VIAREGGIO. Un presidio “in occasione della riunione dell’assemblea dell’Autorità per il servizio di gestione dei rifiuti urbani dell’Ato Toscana Costa, composto dai sindaci delle Province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, per deliberare sulla gara che ne individuerà il socio privato nella gestione unica per tutto l’Ambito Territoriale”: ad annunciarlo per le ore 14.30 di domani lunedì 16 dicembre, di fronte alla sede del Comune di Pisa, sono numerose associazioni ambientaliste tra cui anche la Rete Ambientale della Versilia.

“In poche parole sarà ceduto a un privato il controllo di un pacchetto che stimiamo di vari miliardi di euro l’anno, eppure ancora ad oggi il dato reale rimane sconosciuto.

“Siamo contrari a questo processo di privatizzazione perché:

1. E’ un processo di privatizzazione che, come altri in Italia, privatizzerà gli utili e socializzerà le perdite, in piena contraddizione con lo straordinario esito referendario del giugno 2011 per la ripubblicizzazione dei servizi pubblici essenziali

2. La raccolta dei rifiuti urbani deve rimanere sotto il controllo dei Comuni, che ne sono i titolari per legge e che rimarrebbero schiacciati dal potere di un tale colosso. Si corre il pericolo che esperienze virtuose di raccolta differenziata adottate da molti comuni dell’ATO (alte percentuali, bassi costi, rispetto della salute) vengano azzerate

3. La riduzione dei rifiuti alla fonte, posto al primo posto dalla normativa, non è nell’interesse degli azionisti, che invece tendono ad aumentare il loro volume di affari. La riduzione è invece l’interesse prioritario della popolazione servita perchè si riducono i costi e le ricadute ambientali; infine non sarà l’azienda a pagare le sanzioni che in un futuro verranno probabilmente previste per la mancata riduzione alla fonte, ma tutti noi, come già è successo per le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata

4. Perchè non vogliamo che si investano ingenti capitali nel revamping dell’inceneritore di Ospedaletto la cui ristrutturazione è già costata moltissimo ed è durata solo 6 anni, dopodichè non è stato più capace di funzionare correttamente ed i limiti sui fumi sono stati superati svariate volte

5. Perchè vogliamo che il porta a porta venga introdotto ovunque con la massima solerzia in via definitiva – e non sperimentale come a Pisa ed in un solo quartiere: non vogliamo più pagare le sanzioni per il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata di legge.

6. Perchè vogliamo che gli investimenti vadano impegnati per impianti “a freddo” per il compostaggio (non come quello di Pontedera che non ha mai funzionato), per impianti di separazione meccanico biologica dell’indifferenziato residuo e per sviluppare un indotto di filiera del riciclo dei materiali raccolti con la differenziata che porterebbe ricchezza e nuovi posti di lavoro nel nostro territorio e non nelle tasche di investitori lontani.

7. Perchè sono a rischio invece molti posti di lavoro nelle aziende a cui oggi sono affidati i servizi di raccolta, già di per sé in forme di sub-appalto e quindi di attività a diritti e dignità ridotti.

8. Perchè vogliamo vedere il tramonto dell’uso dell’incenerimento per smaltire i rifiuti urbani in quanto vengono bruciate materie prime (che dovremmo conservare e di cui in Italia siamo carenti) per trasformarle in fumi tossici (ancorché trattati) e ceneri pericolose (circa il 30 % di ciò che entra).

“Per questo diciamo no anche all’ampliamento dell’inceneritore di Livorno ed alla sempre possibile riapertura degli
inceneritori di Falascaia a Pietrasanta e di Castelnuovo Garfagnana.”

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ultimo aggiornamento: 15-12-2013


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