VIAREGGIO. “Affrontiamo i migliori del mondo, ma il Bayern Monaco troverà una squadra che sta crescendo. La voglia di vincere è tanta e se dovessimo riuscirci sarebbe un’autentica impresa. Ma non sarebbe la prima volta che, nel calcio, non vincono i migliori”.

Dicendo queste parole alla vigilia di Evergrande Guangzhou-Bayern Monaco, semifinale del Mondiale per club che oppone i campioni d’Asia a quelli d’Europa, forse Marcello Lippi ripensa a quando vinse il Mondiale del 2006 in Germania, alla guida di un’Italia che alla vigilia non era la favorita.

“Se dico Bayern penso alla Germania – aggiunge l’ex ct azzurro – e mi vengono in mente tanti ricordi positivi, basti pensare a Dortmund: da tecnico ci sono stato tre volte, e ho sempre vinto”. Meno bene andò a Monaco, quando la sua Juve se la vide contro il Borussia e perse, nel 1997, la finale di Champions di cui fu grande protagonista l’ex laziale Riedle.

Ora però è il momento di mettere da parte il passato e pensare al presente, ovvero il match contro Guardiola. Il Bayern, autentico schiacciasassi in Bundesliga ma reduce anche dal clamoroso Ko casalingo in Champions contro il Manchester City, esordisce nel Mondiale per club privo degli infortunati Robben e Schweinsteiger. E’ chiaramente favorito, ma in teoria c’è il rischio che sottovaluti l’Evergrande, nonostante la convincente vittoria del team cinese sui campioni d’Africa dell’Al-Ahly. “Non penso che succederà – commenta Lippi -, perchè questa è una semifinale mondiale e loro non commetteranno questo errore. Magari lo facessero, ma non credo proprio. So solo che in questo momento il Bayern è la migliore squadra del mondo. Se lo era anche la mia Juve? Non lo, quella appartiene a un’altra epoca”.

In ogni caso, ad aver vinto la Champions in continenti diversi è stato solo lui, e hai visto mai che ci scappa la clamorosa sorpresa, la stessa che, mercoledì, i marocchini del Raja Casablanca sono convinti di provocare nell’altra semifinale, che li opporrà ai brasiliani dell’Atletico Mineiro di Ronaldinho.

“Il fatto che io abbia vinto la Champions in Europa e in Asia (Guardiola le sue due le ha conquistate entrambe con il Barcellona n.d.r.) – dice Lippi – è sicuramente una bella cosa.

e un riconoscimento per la nostra scuola di allenatori. Abbiamo i tecnici migliori e ce ne sono tanti anche per le diverse categorie dove si può lavorare e migliorarsi. La nostra scuola è unica al mondo”. Se lo dimostrerà anche a spese di Guardiola, Lippi avrà compiuto un autentico capolavoro. Peccato ci sia di mezzo anche uno come Franck Ribery, in corsa per il Pallone d’Oro e convinto del fatto che “il Bayern ed io siamo venuti qui in Marocco per vincere questo Mondiale. Vogliamo finire l’anno in bellezza, e ci riusciremo”.

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