VIAREGGIO. “In merito a quanto apparso sulla stampa e a quanto detto in questi giorni relativamente alla mia uscita dal Partito della Rifondazione Comunista, innanzitutto tengo a ringraziare tutti per gli attestati di stima ricevuti e però dovuti soprattutto alla troppa bontà di chi li ha tributati più che a meriti personali. Detto ciò, tuttavia confermo le dimissioni da Rifondazione inviate la scorsa settimana e con la presente provvedo a chiarire le motivazioni”.

Lo scrive Roberto Rossetti, assessore al Sociale del Comune di Viareggio, dimissionario dal suo partito, Rc. “Il IX Congresso di Rifondazione Comunista che si è da poco concluso – spiega Rossettti –  invece di appresentare una svolta rispetto al declino del partito iniziato ormai da qualche anno ha confermato pienamente la via da esso intrapresa”.

“Negli ultimi anni abbiamo letteralmente avuto un’emorragia di voti in tutte le consultazioni, ma, cosa veramente preoccupante, un’emorragia d’iscritti. Di fronte a questi dati allarmanti (ribadisco che più che il calo di voti è preoccupante il calo di iscritti) invece di invertire la rotta si è deciso di andare avanti per la solita strada, anzi: si attribuisce la responsabilità del crollo al non aver sufficientemente insistito sulla linea stabilita; si continua a dire che la linea stabilita è giusta e che la colpa è “di chi non la capisce” dimostrando così un netto scollamento dalla realtà”.

“Una possibilità di rilanciare il partito – aggiunge l’assessore – poteva essere quella di far fare un passo indietro a chi finora il partito ha condotto (da questo punto di vista siamo l’unico partito a non aver fatto i conti con le sconfitte degli ultimi anni) e spingere verso l’unità della sinistra a partire dall’unità con l’altro partito comunista attualmente presente sul territorio, come base di un progetto politico inevitabilmente alternativo al PD ma non certo vocato al minoritarismo autoreferenziale. Come non chiedersi perché in tutta Europa dalla Grecia alla Francia la sinistra di alternativa che propone soggetti unitari aumenta nei consensi e questo non accade invece in Italia?”

“Inutile nascondere il fatto che le mie difficoltà sono iniziate già nei mesi passati, a partire dalla situazione locale che ha portato ad una spaccatura verticale del partito a Viareggio e ad un netto appoggio della Direzione Nazionale al circolo – l’ex circolo Caracol – che più volte roberto rossettiha diffamato il circolo cui sono iscritto e di cui sono stato segretario fino a Febbraio”.

“Dopo le mie dimissioni, ho mantenuto la tessera del partito esclusivamente in attesa del Congresso Nazionale dal quale pensavo potesse venire un segno di rinnovamento ed ho accettato la carica di Assessore che, propostami dal Sindaco è stata apertamente sostenuta dai segretari di RC e PdCI, solo per senso di responsabilità. Tuttavia lo sviluppo della fase congressuale e le conclusioni di questo congresso hanno confermato le perplessità nei confronti di una deriva movimentista intrapresa già da tempo da questo partito. Un partito che invece di essere l’erede della parte moralmente e politicamente nobile del PCI si è dimostrato piegato su se stesso: un gruppo extraparlamentare fiero di esserlo. Si tratta di un partito che ormai non riconosco più. Prendo atto di questa deriva di Rifondazione, deriva che considero una mutazione genetica rispetto alla sua storia e restituisco la tessera. Del resto qualcosa si era rotto in me già a febbraio e le ferite di allora invece di rimarginarsi, dopo questo congresso, si sono ampliate”.

“La mia uscita da un Partito nel quale ho militato 20 anni passando da semplice iscritto a membro degli organismi dirigenti locali, federali e regionali a segretario e ad assessore sono frutto di una decisione sofferta e difficile perché ha per me significato fare i conti non solo con la mia formazione politica ma con una parte della mia vita. Nondimeno ho dovuto prendere atto che non è più lo stesso partito”.

“Ringrazio ancora quanti hanno confermato la loro fiducia al mio operato ma voglio ribadire la difficoltà mia – una difficoltà tutta personale – nell’occupare una carica ottenuta da rappresentante e militante di un partito ora che, dopo queste dimissioni, non lo rappresento e non vi milito più. Come mi è stato chiesto, mi sono preso qualche giorno di riflessione; questa sera incontrerò i segretari di federazione di Rifondazione e PdCI, dopodiché farò le mie valutazioni”.

(Visitato 173 volte, 1 visite oggi)

Daddio sulla mancanza di ‘imprenditori seri’: “Carrai pensi al niente che ha ottenuto in due anni”

Simoni e la nuova An: “Pronti a fondare un grande Partito della Nazione”