Come si può dedurre dall’aumento dello scontro sui media e sui canali social fra maggioranza e opposizione le varie compagini si stanno già preparando in vista della prossima tornata elettorale.
Per usare un esempio tratto dal mondo del ciclismo – anche in vista della prossima partenza del Giro da Torre del Lago – le squadre dei velocisti stanno cercando di prendere posizione in cima al gruppo per lanciare la volata del candidato Sindaco.
Un po’ presto si potrebbe pensare, se come sostiene la maggioranza il voto si terrà nel 2026, ma gli attacchi sempre più frequenti di queste settimane e il fatto che il centro destra abbia già ufficializzato il candidato, ci hanno fatto riflettere sulla futura data delle elezioni.
Si voterà a maggio 2025, la nostra ipotesi
Alcuni, compresi ambienti vicini al Sindaco Del Ghingaro sostengono che le elezioni slitteranno al maggio del 2026, altri credono che si terranno in perfetta concomitanza con la scadenza dei cinque anni di mandato e quindi a settembre 2025, mentre c’è chi – come noi di Versiliatoday – che credono che le Elezioni amministrative di Viareggio si terranno a maggio 2025 accorciando la consiliatura di 4 mesi.
Su quali basi sosteniamo la tesi delle elezioni a maggio 2025?
Prima di parlare di una data, è d’obbligo dire che per legge le elezioni amministrative devono essere svolte in una finestra temporale che va dal 15 maggio al 15 giugno ballottaggi inclusi.
Inoltre è ormai pensiero comune, oltre che volontà della maggioranza parlamentare, quella di riportare le tornate elettorali che nel 2020 e nel 2021 sono state slittate a causa del covid all’interno della finestra di legge.
Proprio per questo, molti sostengono che sarà maggio 2026 allungando il mandato del sindaco Giorgio del Ghingaro di ulteriori 7 mesi… dopo i 4 mesi di proroga avuti nel primo mandato.
Questa convinzione è data dal fatto che la Sindacatura deve avere la durata di 5 anni.
1. Le regole del gioco sono scritte con una legge ordinaria
A differenza di una legge costituzionale, molto difficile da cambiare, l’impianto delle regole che guidano le tornate elettorali sono normate da una legge ordinaria che come è stata modificata nel 2020 e nel 2021 allungando le sindacature e stabilendo date alternative per le elezioni, può subire anche il percorso inverso.
2. Motivazioni locali
Troviamo singolare, se le elezioni si dovessero tenere nel 2026, che una qualsiasi compagine presenti il proprio candidato a Sindaco 2 anni prima della tornata elettorale.
Il centro destra viareggino invece, ha presentato nelle scorse settimane la candidatura unitaria di Ciro Costagliola.
Sempre per proseguire con la metafora ciclistica fatta all’inizio, troppo presto per iniziare la volata. Si rischia di arrivare stanchi e logorati dagli avversari (e magari anche da qualche gregario furbetto) agli ultimi 50 metri.
Uscire allo scoperto troppo presto – in più dal lato della minoranza – significa dare un vantaggio strategico agli avversari che oggi governano e che presumibilmente cecheranno una certa continuità (almeno operativa) con l’attuale amministrazione.
Evidentemente – questo è quello che sosteniamo – il centro destra viareggino, guidato da Debora Bergamini (elemento di spicco della politica nazionale) potrebbe già avere indiscrezioni che noi non conosciamo.
3. Motivazioni politiche
Abbiamo sentito alcuni parlamentari di schieramenti diversi e la prima cosa che ci dicono è che la volontà è quella di far rientrare le amministrative nell’alveo di legge.
Il via libera definitivo crediamo verrà dato dopo la lettura dei risultati delle Europee, per capire i margini di manovra sulla scacchiera da parte della maggioranza.
Perché il maggio 2025 sarebbe, secondo noi, preferito al maggio 2026 allora?
La motivazione strategica e politica principale è che posticipare questa tornata elettorale – che comunque comprendeva oltre 1000 comuni – avrebbe effetti a caduta analoghi anche sulla tornata successiva, quella del 2021 che si ritroverebbe al voto nel 2027 anziché nel 2026.
Qualcuno si chiederà: ” È allora”?
Nella tornata che votò nel 2021, saranno coinvolti 20 comuni capoluogo, 6 di regione e 14 di provincia: Benevento, Bologna, Carbonia, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Milano, Napoli, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Torino, Trieste e Varese.
Se venisse spostata al 2027, finirebbe per essere accorpata alle politiche!
Tenendo conto che il gradimento di chi governa e destinato fisiologicamente a scendere, qualora metà degli italiani votassero anche alle amministrative, oltre che alle politiche, se per il governo Meloni andasse male… andrebbe davvero male!
Far votare in concomitanza le grandi città con le politiche è un rischio che nessuna maggioranza si assumerebbe dopo 5 anni di governo.
Se le grandi città votassero nel 2026 invece, al riscontrarsi di problematiche politiche e/o di consenso, ci sarebbe comunque il tempo e il modo di recuperare.
Lo scenario che porterà al voto Viareggio e gli altri comuni della stessa tornata, è un’ipotesi plausibile a seguito di un’analisi politica sulla quale il lettore potrà farsi sicuramente una propria idea.