VIAREGGIO. Come può cambiare la vita in un solo anno, anzi, pochi mesi. Nella scorsa stagione Diego Conson era un difensore intristito dalle domeniche trascorse in panchina, dopo che aveva largamente contribuito alla salvezza del Viareggio. Ora guai a toglierlo dalla retroguardia bianconera: oggi, nell’1-1 contro il Catanzaro, è stato indubbiamente il migliore. Una rinascita, la sua, figlia di tanti genitori.

“Fisicamente sto meglio. Poi anche mentalmente mi sento più sereno, più tranquillo: l’allenatore mi dà fiducia, non voglio mai deluderlo. Un anno fa giocavo una volta sì e dieci no, e quando capitava perdevamo pure…”. Questione di fortuna, allora. E di superstizione, che per un campano purosangue come lui non guasta mai. “La barba lunga è il mio talismano: mi ero rasato prima della partita con il Perugia e avevamo perso. Ora non me la taglio più”.

Al suo fianco, gli altri difensori del Viareggio non sono affatto dispiaciuti. “Eravamo in emergenza, mancavano Lamorte, Peverelli e Celiento. Però chi li ha sostituiti ha fatto un buon lavoro: il mister ci ricorda sempre che non esistono distinzioni tra titolari e riserve, e chi gioca deve dare sempre il massimo”.

Sabato prossimo Conson festeggerà 24 anni: “Voglio vincere a Nocera, nella mia terra: sarebbe un bel regalo non solo per me, ma per tutta la squadra”. Come scaramanzia impone, niente auguri anticipati. Ci riserviamo di fare, semmai, altro tipo di apprezzamenti.

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