Eccoci con il consueto appuntamento del lunedì con A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci accompagnano alla scoperta della rocca di Corvaja

La Rocca di Corvaja

Prima dei Medici, la Versilia era dominata da potenti signori di origine longobarda che, arrivati intorno all’anno Mille, si impossessarono della zona dando vita a centri importanti come la rocca di Corvaja, detta Guidinga, e quella di Vallecchia, chiamata Flaminga.

foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri

Il piccolo borgo di Corvaja, oggi formato da poche case e una chiesa, si trova poco prima di Seravezza, ed è vegliato da speroni rocciosi dalle forme particolari. Proprio qua, su questa altura impervia un tempo sorgeva la leggendaria rocca in una posizione strategica per il controllo della vallata sottostante. Sull’altura di fronte, in zona oggi detta Castello e frazione di Pietrasanta, invece sorgeva la rocca di Vallecchia.

Dei nobili di Corvaja si hanno poche e confuse notizie: citati negli annali pisani, genovesi, e lucchesi ci sono giunti i nomi di un certo Fraolmo nel X secolo, Veltro e Uguccione nel XII  secolo, e nel XIII secolo un certo Guido da Corvara canonico nella chiesa lucchese di S. Frediano. Anche Donna Pinna, moglie di Castrucci Castracani, vanta origini longobarde e si può affermare che la maggior parte della nobiltà della zona discendesse da questo ceppo comune.

La rocca di Corvaja, esistente già intorno all’anno Mille, domina per diversi secoli le vicende storiche e politiche della zona. Per la posizione strategica si trova ad essere in perenne balia tra la Repubblica di Lucca  e la Repubblica di Pisa. Nel 1254 i signori di Corvaja, a causa del legame con Pisa, vengono dichiarati traditori della patria da Guiscardo, potestà di Pietrasanta, la rocca distrutta e gli abitanti costretti a popolare il neonato borgo di Pietrasanta e Camaiore. Da allora un lento declino e vani tentativi di riottenere i diritti baronali per tutto il 1300.

foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri

Oggi rimane ben poco da vedere e molto da immaginare. Fatali sono stati Il passare del tempo, le guerre, e l’uso delle pietre della rocca come materiale costruttivo per altri edifici. In primavera potrebbe essere piacevole avventurarsi verso la rocca: dieci minuti di ripida salita nel bosco e poi potrete vedere ciò che rimane delle mura, grandi sassi naturali dalla forma particolare e una vista impagabile della vallata sottostante. La zona è stata anche teatro di vicende belliche, ma questa è un’altra storia.

Come arrivare: giungendo da Forte dei Marmi in direzione Seravezza per la strada provinciale 9, prendete via S. Biagino sulla sinistra prima del borgo di Corvaja. Salite con la macchina fin dove è possibile poi proseguite a piedi.

Tessa Nardini, Galatea Versilia

foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri
foto Andrea Meccheri
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ultimo aggiornamento: 20-01-2014


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