LUCCA. Mauro Moretti, in qualità di amministratore delegato di Fs, aveva “poteri apicali di indirizzo” che, di fatto, esercitava con “atti di concreta ingerenza nella gestione” delle altre società del gruppo, come Rfi e Trenitalia: è la nuova imputazione a carico di Moretti così come modificata dai pm dei Lucca all’udienza di oggi del processo per la strage di Viareggio.

“È una contestazione importante – spiega un avvocato di parte civile, Gabriele Dalle Luche – Noi avevamo sempre sostenuto che, al di là dei ruoli ufficiali, lui fosse l’ad di fatto anche delle altre società del gruppo coinvolte nel processo. I reati contestai rimangono gli stessi, ma questa nuova imputazione sottolinea come il ruolo di Moretti sia considerato centrale”.

Per uno dei difensori di Moretti, l’avvocato Armando D’Apote, invece, la mossa di oggi “è un segno di debolezza della Procura, che si arrabatta a cercare un’imputazione che possa reggere2.

Gli imputati sono 33. Oltre a Moretti, vertici e funzionari delle società del gruppo Ferrovie dello Stato e della Gatx, che era la proprietaria del convoglio. A processo anche responsabili e dipendenti dell’officina tedesca Jungenthal e della ditta italiana Cima: la prima revisionò e la seconda montò l’asse che, spezzandosi, al passaggio dalla stazione di Viareggio fece deragliare il convoglio carico di gpl: il gas uscì ed esplose. Le vittime furono 32.

Prossima udienza del processo il 26 febbraio.

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