LUCCA. Una cittadina ha pagato il ticket di 25 euro nel 2010 e per tre volte in tre anni le è stato richiesto di pagarlo con tanto di sanzione: a denunciare il fatto è Lucio Lucchesi, capogruppo della Federazione della Sinistra in consiglio provinciale, che ricostruisce la vicenda: “11 giugno 2010. Questa persona si reca all’ospedale Versilia e paga regolarmente il ticket di 25 euro allo sportello automatico in contanti. Ricevuta 262/453 (103)

“Anno 2011. Arriva la prima raccomandata in cui viene chiesto di pagare il ticket di 25 euro per la prestazione avuta l’11 giugno 2010. Avendo mantenuto la ricevuta, l’utente si reca all’ospedale Versila ed esibendo la ricevuta cerca di definire una volta per tutte la vicenda. All’ospedale prendono nota e ringraziano per la comunicazione.

“Anno 2012. Arriva la seconda raccomandata in cui viene chiesto nuovamente lo stesso importo per la stessa prestazione. Nuovamente, l’utente, seccato per quello che è accaduto nuovamente, si reca all’ospedale Versilia e esibisce nuovamente la ricevuta.

“Anno 2014. Arriva la terza raccomandata in cui viene chiesto nuovamente lo stesso importo per la stessa prestazione con una sanzione ulteriore di oltre 90 euro. A questo punto l’utente invia un fax della ricevuta del 2010 e per l’ennesima volta dimostra di aver pagato quanto dovuto.

“Dopo 2 settimane l’utente chiama l’ospedale Versilia per capire se risulta tutto pagato e sistemato perché stanca, ogni volta, di dover trasmettere la stessa ricevuta e al telefono le viene risposto di inviarla nuovamente via fax. A questo punto l’utente dichiara di volersi recare al tribunale dei diritti del malato e magicamente, dopo 5-10 secondi le viene detto che è tutto risolto.

“Questa breve descrizione è per evidenziare come per l’ennesima volta il sistema sanitario faccia acqua e, in questo caso, da un punto di vista amministrativo e contabile. Se infatti è inaccettabile che si possa richiedere per ben tre volte la stessa somma pagata nel 2010 è oltremodo assurdo che la contabilità di questo delicato settore sia gestita in questo modo.

“È impossibile che da un sistema informatizzato come quello delle macchine automatizzate per il pagamento dei ticket non si possa riscontare immediatamente come una certa prestazione con un codice preciso non risulti pagato. Dove sono finite e come sono state contabilizzate le 25 euro che sono state pagate nel 2010 con la ricevuta 262/453? L’impressione che si ha è almeno di pressapochismo e poca professionalità.

“Dal 2010 al 2014 l’azienda sanitaria non è stata in grado di sistemare una vicenda del genere e viene da pensare che, a questo punto, non sia l’unico caso e chissà a quante persone sarà stato allora richiesto nuovamente di pagare una prestazione già pagata.

“Questa vicenda, per adesso, ha visto una spesa dell’azienda sanitaria in raccomandate A/R, una perdita di tempo e di denaro da parte dell’utente che ogni volta si è visto costretto a fare km e km per colpa di un sistema che non funziona. Noi esorteremo questo utente a recarsi al tribunale dei diritti del malato, a denunciare questo fatto e a chiedere danni. Invitiamo inoltre, chi fosse stato vittima di richieste simili, a fare altrettanto e dichiaro naturalmente, fin da subito, la mia disponibilità a seguire e appoggiare tali iniziative.

“Invitiamo inoltre l’azienda ad adoperarsi affinchè queste cose non succedano nuovamente e la invitiamo anche a gestire meglio i soldi che gli utenti pagano con il ticket.”

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