SERAVEZZA. “Ho assistito in questi giorni all’importante dibattito pubblico sul futuro del lapideo in Versilia. Ritengo che sia doveroso aprire al riguardo un tavolo di confronto con tutte le parti sociali e i soggetti pubblici e privati coinvolti. Invito quindi il sindaco Ettore Neri a presentare in consiglio comunale, magari in un consiglio monotematico convocato ad hoc, un documento congiunto da approvare ed inviare a Regione e Parco. L’opposizione è disponibile al dialogo a portare il proprio contributo in termini di proposte concrete per il territorio. Tuttavia sono doverose alcune precisazioni”.

Lo scrive il consigliere comunale Riccardo Maria Cavirani.

“Va anzitutto ricordato come alcune realtà molto vicine alla nostra, ad esempio Carrara, si siano da sempre sottratte alla questione dell’impatto ambientale dell’escavazione ad alta quota, perché, seppur con assoluta spregiudicatezza, capaci di evitare che le proprie cave insistessero sul territorio del Parco Alpi Apuane e ne fossero così sottoposte ai numerosi vincoli. I nostri amministratori però, in questi anni, troppo poco hanno fatto per ricondurre l’intero settore lapideo apuo-versiliese ad una dimensione di unicità e omogeneità di norme, pur essendo tutti gli organi competenti espressione della medesima parte politica.

Noi siamo favorevoli a garantire una piena tutela ambientale del nostro territorio, aggredito in questi anni da interventi estrattivi eccessivamente impattanti; ma al contempo riteniamo necessario individuare le dovute tutele per l’occupazione e la filiera produttiva.

In tema di sviluppo sostenibile, ampiamente contraddittoria appare poi la politica intrapresa dall’amministrazione comunale di Seravezza. Se da un lato infatti, proprio a questo scopo, si è troppo irretita, con una miriade di limiti e divieti, la capacità edificatoria dei privati, dall’altro lato si sono garantiti, con eccessiva permissività, ingenti e numerosi interventi di escavazione e coltivazione ad alta quota.

Il nostro territorio non può permettersi di basare il proprio futuro sviluppo sul solo settore lapideo, per altro da molti anni in declino irreversibile. Oggi è sempre più necessario differenziare sul territorio i settori e le capacità produttive, dell’artigianato, della piccola industria e dei servizi. Lo stesso fenomeno dei distretti industriali ha mostrato come vincolare lo sviluppo di un territorio ad un settore produttivo prevalente, sia nel lungo periodo controproducente in termini di produttività e di crescita occupazionale.

Occorre quindi dare un segnale forte, occorre una nuova politica di interventi mirati nel settore lapideo, di sostegno per chi fa buona impresa e garantisce posti di lavoro e tutela ambientale e di disincentivazione per chi depaupera il territorio e mette a rischio l’ambiente. Occorre puntare sulla qualità e non più sulla quantità. Solo così potremmo invertire la rotta e garantire un vero sviluppo sostenibile per l’intero settore e per il nostro territorio”.

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