VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Questa settimana l’articolo è firmato da Federica Piccinelli, psicologa, specializzanda in psicoterapia familiare e relazionale.

Un massaggio che contribuisce allo sviluppo

Il massaggio del bambino non è una tecnica o una terapia da intraprendere in corrispondenza di situazioni problema, ma è un modo di stare con il proprio bambino.

Sono i genitori con il loro neonato i protagonisti della relazione, ai quali viene trasmessa questa pratica che ha origine da antiche tradizioni indiane, svedesi, dallo yoga e riflessologia.

Il massaggio infatti è un approccio tra madre, padre e bambino (0-9 mesi) che passa attraverso i sensi: tatto, contatto visivo, olfatto e udito. Nel massaggio sono presenti molti degli elementi che favoriscono l’attaccamento: mamma (e papà) e bambino entrano in contatto e stanno uniti pelle a pelle, si scambiano sguardi, perché il massaggio viene fatto guardando il bambino negli occhi, si scambiano parole (la madre) e gorgheggi (il bambino), si riconoscono dall’odore.
Il tatto viene da sempre considerato il canale sensoriale principale, non solo perché è il primo a formarsi nell’utero materno, ma anche perché è il senso della reciprocità per eccellenza… “Non si può toccare senza essere a nostra volta toccati”.

Ma quali sono più precisamente i benefici che il triangolo madre-padre e bambino ne possono trarre? Per quanto riguarda il bambino, all’interno di una cornice che prevede una buona qualità del tempo trascorso insieme, viene facilitata la comunicazione, il contatto, l’empatia. Studi al riguardo riportano benefici rispetto al miglioramento del ritmo sonno-veglia, regolazione degli stati comportamentali, riduzione dei livelli degli ormoni indicatori dello stress, minore ipersensibilità e iperattività. La stimolazione attraverso il contatto che il bambino riceve influisce positivamente sul sistema immunitario, linfatico, nervoso, vestibolare ecc.. Questi effetti influenzano (e sono influenzati) da tutta una serie di benefici per i genitori i quali migliorano la loro comprensione del bambino attraverso una più sintonica lettura dei suoi segnali, favorendo il consolidamento di una maggior fiducia nelle proprie competenze genitoriali.

Ed è proprio questo a mio avviso il ricco potenziale che questo “modo di stare insieme” possiede: rappresenta una piattaforma utile a permettere l’instaurarsi di una base per la costruzione di una buona relazione nel triangolo padre-madre-bambino.

A mano a mano che il bambino cresce, i legami di attaccamento non dipendono più dalla vicinanza fisica, ma da qualità astratte del rapporto (affetto, fiducia, stima) che vengono interiorizzate. Attraverso continui scambi affettivi e sociali con la propria figura di attaccamento, ma in particolare attraverso le esperienze precoci con essa, il bambino costruisce una specie di rappresentazione interna della relazione, un’immagine interiore che comprende un modello mentale del sé e un modello speculare della sua figura di attaccamento.

 

FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a:  [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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