VERSILIA. In riferimento al procedimento penale in voce, inerente l’ operazione denominata “Falange macedone” condotta dalla Squadra Mobile con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo nei confronti di un sodalizio di cittadini serbo-macedoni, responsabili di numerosi episodi di rapine, perpetrate con particolare efferatezza, nonché di furti in abitazione, commessi nelle province della fascia costiera toscana è proseguita l’attività investigativa condotta che ha consentito di raccogliere elementi di riscontro a carico di un ulteriore partecipante del sodalizio criminale in osservazione.

Si tratta di un giovane nato in Macedonia nel 1987, pregiudicato, res. c/o il campo nomadi di via della bigattiera a Marina di Pisa. Gli elementi probatori in questione hanno determinato il G.I.P. c/o il Tribunale di Lucca dr. Riccardo Nerucci, su richiesta del PM titolare dr. Enrico Corucci/Sost., ad ordinarne la custodia cautelare in carcere. Il provvedimento restrittivo, coevamente alla perquisizione locale e personale delegata dal PM, è stato eseguito questa mattina dai poliziotti lucchesi con l’ ausilio dei colleghi della Squadra Mobile della Questura di Pisa.

Il catturando è accusato di aver attivamente compartecipato, tra l’ altro, alle seguenti due rapine in abitazione:
1. rapina in abitazione a danno di una famiglia di imprenditori edili in pensione commessa a Massarosa in data 19 Dicembre 2012. Nell’ occorso l‘anziana padrona di casa ed il genero furono colpiti con calci e pugni, minacciati di morte con un coltello e rapinati di numerosi gioielli e della somma di 1.000 euro in contanti. Le due vittime furono refertate rispettivamente con 15 ed 8 giorni di prognosi;
2. rapina in abitazione a danno di una famiglia sempre di Massarosa e sempre nella serata del 19 Dicembre 2012. Con analoghe efferate modalità, utilizzando tra l’ altro un martello con cui percossero le vittime, i rapinatori si impossessarono di gioielli e di due orologi di valore. Le due vittime furono entrambe refertate con 15 giorni di prognosi per i colpi rimediati.

All’ appello manca ora solo il presunto capo del sodalizio, rifugiatosi all’ estero all’ indomani delle succitate catture e sul cui conto le indagini atte alla localizzazione proseguono.

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