VIAREGGIO. “Ad oggi non sappiamo se la lettera di diffida per ottenere il frazionamento delle concessioni demaniali nell’area ex Sec sia poi arrivata veramente nelle mani del segretario dell’Autorità portuale”. Lo scrive in una nota Lamberto Pocai, segretario provinciale della Fiom-Cgil di Lucca.

“Ci sembra di capire che sotto al profilo tecnico, salvo la richiesta di parere all’avvocatura dello Stato e fermo restando l’impegno assunto dalla parte politica del comitato – che ad oggi non ha ancora riunito al tavolo le parti interessate – vi sia un’apertura da parte dell’Autorità portuale a favorire un percorso di parcellizzazione dell’area, indirizzo peraltro affermato più volte anche nel recente passato. È ovvio però che l’Autorità portuale regionale ha il compito di rispondere con atti concreti alle funzioni per la quale è stata istituita.

“Come rappresentanza sociale che cura gli interessi dei lavoratori manifatturieri che insistono nell’area portuale, nonostante la crisi, riaffermiamo la necessità che le delibere, i regolamenti e le azioni tese a governare, riorganizzare e ridisegnare lo sviluppo della Darsena viareggina – a partire dalle norme che stabiliscono l’uso concessorio di un bene demaniale pubblico – devono per forza essere in qualche modo socializzate e condivise con chi opera quotidianamente in quell’area.

“Siamo preoccupati che, invece, tutto questo rimescolamento avvenga senza che alle parti sociali, rappresentanti delle categorie economiche e del mondo del lavoro, sia ancora permesso di poter fornire le proprie osservazioni nelle sedi dovute (la commissione che non è stata istituita), seppure solo a titolo consultivo.

“Su Polo Nautico – ma potremmo dire lo stesso anche per il resto della Darsena – i lavoratori non ci stanno a soccombere e a subire il frazionamento di un’area demaniale senza garanzie precise che vincolino l’uso dei beni pubblici alla presentazione di piani industriali seri.

“I piani industriali devono servire a condividere cosa si produce con chi si produce, anche per avere un ritorno di carattere sociale e ambientale, in grado di determinare un’occupazione stabile che non può essere generica o precaria e/o priva di elementari diritti contrattuali; cosa che peraltro dovrebbe essere vincolata per legge in cambio del diritto all’uso delle concessioni demaniali.

Lamberto Pocai cgil“Complice la crisi, nella Darsena tutta e in Polo Nautico, si sta tollerando fin troppo la compressione dei diritti dei lavoratori, sia in termini di diritto al lavoro, sia dal punto di vista economico.

“Non passa giorno che un’azienda degli appalti o della filiera non si trovi costretta a negoziare con i propri dipendenti il ribasso dello stipendio, perché i contratti di appalto non hanno più regole che salvaguardino la sopravvivenza economica delle ditte rimaste in vita.

“A livello europeo non esiste una situazione simile in nessun altro paese civilmente industrializzato, né accade che gran parte delle aziende vivano alla giornata senza piani industriali che permettano di individuare soluzioni su cui convergere.

“Inoltre sono evidenti il ritardo e la scarsa efficacia di buona parte del sistema politico istituzionale, nel momento in cui viene meno ai propri compiti di controllore di leggi e regole comuni e di propositore di progetti industriali di rilancio, compiti più che mai necessari quando si è costretti a stare tutti sulla stessa barca ad affrontare una crisi devastante come quella attuale.

“Nessuno nega che vi sia bisogno di dare risposte certe in tempi brevi, ma è evidente la necessità di trovare un equilibrio su tutto questo: non si può costringere i più deboli a pagare ancora una volta per tutti. Noi non lo accettiamo e faremo di tutto per impedire che continui ad accadere”.

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ultimo aggiornamento: 01-06-2014


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