CAMAIORE. “Si avvicina l’estate e quindi il Festival Gaber: la spesa anche quest’anno sarà veramente alta – ovviamente Del Dotto & co. non rilasciano dichiarazioni -, i commercianti sono già preoccupati – ma tanto al sindaco e agli assessori non importa nulla -, la piazza sarà chiusa solo una settimana, ma il costo presumibilmente fra palco, impalcature, sedie, vasi e piante, sarà lo stesso dello scorso anno se non di più visto che intendono farlo più grande. Allora mi chiedo: possibile che l’amministrazione non capisca il problema?”. Lo scrive Fabrizio Pellegrini, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, in una nota.

“A parte il blocco – se si tratta veramente di una settimana sola è sopportabile -, il costo di questa manifestazione è sconvolgente rispetto a quello che porta a Camaiore come turismo quindi è nostra intenzione fare di tutto per boicottare questa manifestazione, a meno che l’amministrazione non scenda a compromessi e rinunci al palco con le seggiole. In questo modo le seggiole andrebbero messe tutte le sere dopo le 18 e levate dopo lo spettacolo. Questo permetterebbe di lasciare la piazza aperta al transito durante la giornata e di risparmiare un sacco di soldi nostri – sì perché sono soldi nostri quelli che spende l’amministrazione senza il nostro consenso.

“Con quello che costa il Gaber ci si potrebbero fare almeno 10 manifestazioni da spalmare durante l’estate, manifestazioni interessanti che porterebbero sicuramente gente sul territorio. Sarei anche disponibile a dare qualche idea e anche ad aiutare a realizzarla se questa dotta amministrazione avesse voglia di ascoltare, ma purtroppo mi sento come Don Chisciotte costretto a combattere contro i mulini a vento, e ancora una volta mi chiedo: quale motivo porta l’amministrazione a investire cosi tanto su questo festival? Ci saranno mica dei motivi reconditi?

“Avviso quindi la pubblica amministrazione che oltre a fare per quanto mi sarà possibile ostruzione, troverò anche il modo di conoscere questi motivi visto che loro fanno come le sanbiki no saru, le tre scimmie dell’iconografia giapponese, non sentono (i consigli), non parlano (coi cittadini e coi commercianti) non vedono (i danni che stanno facendo)”.

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