FORTE DEI MARMI. L’avvento dei Russi a Forte dei Marmi? Corsi e ricorsi storici: nel Terzo Millennio vogliono le case proprio dove si insediarono i loro predecessori a fine Ottocento dopo esser fuggiti da guerra e confische. E’ solo uno degli spunti di analisi emersi dal convegno su “Dalle colline al mare. Le vacanze dell’aristocrazia a Forte dei Marmi e in Versilia” che si è svolto a Villa Bertelli al Forte promosso dall’Istituto nobiliare di storia ed araldica con la collaborazione di Forte 100 in occasione del Centenario del Comune. Un incontro seguitissimo da un nutrito parterre di pubblico e blasonati e che ha segnato anche la presentazione di una nuova opportunità di formazione professionale: l’Ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma nell’anno accademico 2014/15 avvierà il corso di 1 anno per conseguire il diploma di specializzazione in Diritto Nobiliare, Scienze Araldiche e Cerimoniale che potrà essere seguito anche tramite e-learning e che abiliterà al ruolo di periti esperti in araldica presso la Camera di Commercio.

Relatori esperti (a moderare l’incontro il professor Emilio Petrini Mansi della Fontanazza) hanno ricostruito da diversi punti di vista l’avvento e l’affetto di dinastie nobiliari in Versilia. Come illustrato da Maria Adriana Giusti docente del Politecnico di Torino, l’insediamento più antico fu a Viareggio dove le abitazioni si ispiravano alla cultura art decò e art nouveau mentre successivamente a Forte dei Marmi la scelta fu diversa “qui i nobili vollero riprodurre in formato ridotto le ville aristocratiche _ ha detto _ ispirandosi ad un vivere borghese e con una particolare attenzione al mantenimento dei luoghi selvaggi che si trovavano tra campagna e mare. La nuova borghesia internazionale, la nobiltà nazionale e i ricchi armatori condivisero il fascino discreto dell’otium in villa che si è sviluppato abbondantemente negli anni Venti, grazie all’incontro tra questa committenza colta e schiva e progettisti qualificati che hanno operato fino al secondo Dopoguerra”. Un quadro quasi idilliaco se non fosse per le parole dello scrittore Thomas Mann che del Forte criticò il chiasso in spiaggia e l’assillo di venditori, come ha spiegato Bianca Maria Cecchini dell’Università di Pisa.

Forse in pochi conoscono il passaggio, gli investimenti e gli aneddoti che hanno intrecciato la storia della famiglia Bonaparte in Versilia. L’avvocato Raffaello Cecchetti dell’Università di Pisa ha raccontato di quanto Napoleone Luigi, fratello di Napoleone III, nel 1826 si trasferì a Seravezza dove aprì una cartiera (‘e voleva avviare anche la produzione di saponi ma gli fu detto che era inopportuno per un Bonaparte’) “e scelse questo paese perché qui il cavalier Luigi Angiolini aveva la villa Buon Riposo a Pozzi, lui che era stato Ministro del Regno di Napoli in Inghilterra e del Granduca di Toscana Ferdinando III”. Inoltre la madre di Napoleone III, la regina di Olanda Ortensia Di Beauharnais si trovò a raggiungere a piedi Pietrasanta visto che in piena notte una contadina non volle prestarle troppo a lungo il calesse altrimenti il marito l’avrebbe picchiata.

L’analisi dell’evoluzione turistica ovviamente non ha trascurato il più recente arrivo dei Russi a Forte dei Marmi. “E’solo un ritorno _ ha evidenziato il cavalier Domenico Savini _ visto che dalla fine Ottocento si trasferì a Villa Elena la famiglia Czeczott: in quel periodo molti rappresentanti della aristocrazia russa fuggirono dal loro Paese che attuò la confisca dei beni e si innamorarono della Toscana, di Firenze e di quel lembo di terra a ridosso del mare. Attorno al viale Morin iniziarono a costruire ville. E quella stessa zona, oggi Roma Imperiale, è ambita dai Russi del Terzo Millennio che grazie a sconfinate possibilità economiche rilevano immobili che non hanno gestibilità per tornare ad abitare le dimore dei propri predecessori”.

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ultimo aggiornamento: 28-07-2014


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