VERSILIA. Appuntamento domenicale con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti.Il mondo è sconvolto dalla tragica morte di uno degli attori più camaleontici della storia del cinema.

“Ciao Peter Pan: quando la depressione uccide anche i sogni”
Robin Williams si suicida.

Robin Williams non è stato stroncato da un infarto, da un cancro o da una di quelle malattie per cui nella percezione comune si è spesso ritenuti impotenti. L’attore è morto suicida a causa di una di quelle patologie della mente, e non del corpo, che ugualmente e con la stessa ferocia rendono gli uomini impotenti.
Ritengo estremamente errato pensare che una simile morte sarebbe stata evitabile semplicemente con la forza di volontà, perché chi soffre di Depressione si trova quotidianamente a dover resistere ad una “bestia nera” che vive dentro di sé.
Elevati livelli di gravità della malattia rendono infatti le persone ugualmente impotenti di fronte ad essa, esattamente come se fosse una qualsiasi altra patologia del corpo.
Nessun uomo è esente dall’ammalarsi di depressione, non importa a quale classe sociale appartenga, quanto il suo conto in banca sia elevato o quale sia il suo grado di celebrità, anzi…ritengo che questi elementi potrebbero aver avuto una grande influenza sullo sviluppo della malattia di Robin Williams.
Le cause d’insorgenza della depressione sono molteplici e ogni caso è a sé, non è possibile giudicare i vissuti di una persona in base al suo status sociale. Potremmo infatti ipotizzare che l’attore, dotato di un enorme talento, fosse al tempo stesso sopraffatto da esso e dalle aspettative che ne derivano. Molti “geni” della storia, siano essi stati scrittori, musicisti, pittori o attori, hanno spesso dovuto combattere in vita per sopravvivere alle loro straordinarie capacità…o meglio alla loro straordinaria sensibilità.
Capita frequentemente di riconoscere nelle persone che si ammalano di depressione una grande sensibilità, un’innata capacità di “nuotare” nel profondo. È ovvio che questo permette loro di vedere “panorami” fantastici celati negli abissi e magari arrivare a “toccare” l’anima con le proprie opere; possiamo ricordare a tal proposito i famosi scritti di Hemingway, Charles Dickens, Victor Hugo o i meravigliosi dipinti di Van Gogh o di Gauguin fino alle celebri musiche di Beethoven.
La lista di personaggi che hanno percorso la strada della loro vita camminando “a braccetto” con la depressione è molto lunga e forse questo spiega quanto la celebrità o le straordinarie capacità siano fattori poco protettivi per lo sviluppo della malattia.
Ogni persona che si ammala di depressione manifesta una serie di sintomi che si possono aggravare con il passare del tempo se non curati, fino ad arrivare all’ideazione suicidaria. È utile rivolgersi tempestivamente a uno psichiatra o uno psicologo in grado di formulare una diagnosi completa e di prendere in carico il paziente. Molto spesso è necessario fare una terapia combinata di farmaci e psicoterapia per curare sintomi e cause del problema.
I casi di suicidio a seguito di una grave depressione sono purtroppo sempre troppo numerosi e il trauma nelle persone che restano richiede anch’esso spesso una presa in carico da parte degli specialisti.
Consiglio di non trascurare MAI i segnali di allarme, i cambiamenti di umore che la persona manifesta e anche nei casi di un familiare deceduto per suicidio è importante rivolgersi a un terapeuta per un primo sostegno, in particolare se ci sono figli.
La depressione è un male che si può curare, dal quale si può guarire nella maggioranza dei casi…è importante ricordarlo.

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FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a: [email protected]

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