VIAREGGIO. Viareggio celebra i 70 anni della Liberazione. E qualcuno, da Milano, ricorda uno dei primi cittadini di Viareggio, Corrado Ciompi, sindaco della città sia prima che dopo l’avvento del Fascismo. Quel qualcuno è un suo lontano parente, un nipote che oggi vive a Milano e che vorrebbe tenere alta la memoria del suo consaguigno. Non fa paragoni, anche se il raffronto tra chi, oggi, dovrebbe risollevare la città, appare tra le righe.

“Corrado Ciompi, il Sindaco della ricostruzione, primo Sindaco di Viareggio libera, nella situazione drammatica in cui si trovava Viareggio nell’immediato dopoguerra a seguito dei numerosi bombardamenti subiti, si prodigò in maniera totalmente disinteressata e con completa dedizione per la ricostruzione e la ripresa della Città.  “In occasione del 70’ anniversario della Liberazione – scrive Corrado Broli –  penso che sia davvero importante poter ricordare soprattutto a chi non l’abbia potuto conoscere o addirittura non ne abbia nemmeno sentito parlare la figura di un protagonista di quel periodo: un uomo buono, disponibile, onesto, considerato un esempio per la sua integrità morale e il senso civico, che seppe con intelligenza e determinazione ridare alla cittadinanza, stremata dalla guerra e dalla disoccupazione, la possibilità di ricominciare a vivere e a guardare al futuro con fiducia e speranza”.

Comune di Viareggio - targa ricordo - 160910“Il riconoscimento all’opera di Corrado Ciompi fu appunto la bella pergamena che rappresenta le varie iniziative intraprese per risollevare, infondere coraggio e ridare slancio e benessere alla Città di Viareggio. Fra queste: la costruzione del “Vialone” che collega sul lungomare Viareggio a Torre del Lago, il Casinò da cui derivarono ingenti finanziamenti per le opere pubbliche, la bonifica del litorale dalle mine per consentire la ripresa della stagione balneare, l’impulso ridato alla pesca e al turismo, anche attraverso il ripristino del Carnevale, la costruzione di alloggi popolari”.

“Tutto questo penso che si debba ricordare e, proprio per questo motivo, al di sopra di ogni credo e appartenenza politica, auspico che anche la Città di Viareggio voglia ricordare e valorizzare una persona degna che seppe conquistare la stima e la fiducia di tutti i viareggini”, come del resto fece la città qualche anno fa, con l’allora sindaco Lunardini, che in un targa rese merito all’opera dell’ex sindaco.  “D’altra parte – conclude il nipote del sindaco – ancora oggi, si fa appello allo spirito di sacrificio richiamandosi al 1945: “Come nel dopoguerra dobbiamo lavorare tutti assieme a non far crollare la Città” ha affermato di recente l’Assessore al Bilancio di Viareggio, Lorenzo Bertoli, a proposito dell’attuale grave crisi in cui versa il Comune”.

Biografia di Corrado Ciompi:

Giovane e brillante avvocato, Ciompi fin dal 1915 ricoprì a Viareggio incarichi di Consigliere Comunale e Assessore; divenne Sindaco di Viareggio (la prima volta) il 18 luglio 1921 e mantenne l’incarico fino al 10 aprile 1923, quando venne destituito dalla violenza del regime fascista. Ridivenne Sindaco dopo la Liberazione il 13 novembre 1944 in seguito alla designazione del Governatore militare alleato Francis H. Waldron. Corrado Ciompi accettò l’incarico di Sindaco soltanto dopo aver avuto il nulla-osta e, anzi, l’incoraggiamento da parte del C.L.N. provvisorio, costituito subito dopo la liberazione della Città. Molto stimato ed apprezzato per le sue grandi doti umane, dava tutte le garanzie di democrazia ed onestà che si ritenevano necessarie a svolgere un così arduo e impegnativo compito: ricostruire Viareggio devastata dai bombardamenti della II Guerra Mondiale. Le sue naturali doti di cortesia e di bontà, unite ad una pratica amministrativa non comune, facevano di lui la persona più adatta per reggere le sorti della nostra Città, la quale ebbe sempre in lui un valido e strenuo sostenitore che non mancò mai di sfruttare ogni occasione per darle nuovo impulso e nuova bellezza. L’insediamento della Giunta avvenne l’8 gennaio 1945 e l’avv. Corrado Ciompi fu il primo Sindaco ufficialmente in carica dopo la Liberazione. Lo scarno verbale della prima riunione di Giunta testimonia lo spessore della volontà che accomunava i primi amministratori e per essi la cittadinanza: “Il sindaco, nell’iniziare la seduta, rivolge il suo saluto a tutti i componenti della Giunta facendo presente che il programma che domina è quello della rinascita di Viareggio, così duramente provata dalla guerra nei vari settori ed attività e che ora è necessario avviarla verso una vita prospera e felice. Desidera ardentemente la piena collaborazione di tutti, perché sente la necessità di avere intorno a sé persone che diano consigli e suggerimenti per la risoluzione degli importanti problemi che interessano il Comune. Infine dichiara insediata la Giunta Comunale. L’assessore notaro Guido Casella, rendendosi interprete del sentimento di tutti ringrazia ed assicura il Sindaco che la Giunta Comunale farà del suo meglio per dare la sua valida collaborazione.” Durante la sua prima Amministrazione si fece promotore di moltissime iniziative che avrebbero avuto uno straordinario impatto sulla Città di Viareggio. Si prodigò tenacemente affinché la Pineta Arciducale fosse restituita al Comune di Viareggio (come in seguito avvenne). Fu strenuo promotore per la costruzione della Passeggiata a mare e avviò il progetto per il Nuovo Mercato (Piazza Cavour); in quel periodo furono prolungati il Viale Buonarroti e il Lungomare Marconi, la via Machiavelli e il Viale dei Tigli; furono costruite importanti arterie cittadine (via Marco Polo) per congiungere il mare alle colline; furono costruite case popolari e il complesso scolastico (Liceo Carducci e Istituto Piaggia) a Villa Paolina. Avviò lo sviluppo edilizio, topografico e turistico che doveva in breve tempo portare Viareggio oltre il “Marco Polo” (progetto per la “Grande Viareggio”). Sostenne con vigore l’acquisto da parte del Comune dell’arenile demaniale (da Via Garibaldi – Canale Burlamacca alla Fossa dell’Abate). Non mancò di sostenere con entusiasmo i festeggiamenti per il Carnevale del quale fu Presidente del Comitato d’Onore. Fra le tante opere avviate durante la sua seconda Amministrazione, nel tremendo dopo-guerra durante la ricostruzione della Città devastata dai bombardamenti, si ricordano la ricostruzione della flottiglia di pescherecci e dei cantieri navali, lo sminamento degli arenili e la bonifica dell’intera spiaggia dal Molo alla Fossa dell’Abate per rilanciare e ridare vigore al turismo balneare.
Viareggio, dal 1 novembre 1943 al 7 febbraio 1945 fu devastata dalle bombe. Prima le Forze aeree alleate, nel corso di 62 incursioni, scaricarono sulla città oltre 1.600 bombe, poi fu la volta dei tedeschi che, dopo essersi ritirati da Viareggio cercarono di contrastare con il tiro dei cannoni l’avanzata dei reparti americani. Alla fine del conflitto, le condizioni di Viareggio, riconosciuta “città sinistrata”, furono sintetizzate dalle seguenti cifre: su 6.491 abitazioni preesistenti prima della guerra, 870 furono distrutte, 699 risultarono gravemente danneggiate e non riparabili, 1.286 danneggiate e per le quali furono richiesti contributi per la riparazione e 137 furono i fabbricati requisiti e danneggiati; per un totale di 2.992 case dichiarate “inabitabili”. Gli operai occupati nelle industrie viareggine da 2.500 passarono a 592 unità. Nella popolazione civile, per azioni belliche, vi furono 180 morti, 150 feriti, 220 vedove, 164 orfani e 250 deportati. Fondamentale, nell’immediato dopo-guerra, fu la costruzione del “Vialone” che collega lungo il mare Viareggio a Torre del Lago, per dare un lavoro ai moltissimi viareggini (per lo più pescatori e marinai) rimasti disoccupati dopo i tragici eventi bellici; l’opera venne finanziata in parte con i proventi del Casinò Municipale aperto proprio per reperire fondi destinati alla ricostruzione, all’esecuzione di lavori contro la disoccupazione e all’assistenza sociale. Dalla costruzione del “Vialone” sarebbe potuta dipendere in avvenire la valorizzazione della spiaggia di levante. “Premesso che il Governo, aderendo alle aspirazioni della popolazione per lo sviluppo della città e la valorizzazione degli arenili di levante, ha autorizzato la soppressione del Balipedio di Viareggio e la cessione degli arenili demaniali al Comune…”. Le condizioni erano propizie e Viareggio pensava ad essi per una nuova zona turistica da organizzare a livello internazionale: la nuova “Perla del Tirreno”. Si poteva quindi cominciare a pensare al futuro; le premesse c’erano, ma importante era poter sul momento rimediare alla disoccupazione. La costruzione del “Vialone” poteva quindi conciliare le due esigenze, tant’è che nella stessa delibera si legge “…che in conseguenza per creare i presupposti dello sviluppo edilizio della città, si rende indispensabile la costruzione di un’arteria stradale, nella predetta zona, dalla Darsena alla via del Mare di Torre del Lago, e tale da impiegare quasi tutta la mano d’opera disoccupata per un lungo periodo…”. Il “Vialone” rappresentava “la via della speranza – al cospetto del mare e della pineta con la visione di una futura splendente Viareggio”. Il rilancio della Città passò anche attraverso il ripristino del Carnevale. Nel 1946, quando ebbe luogo il primo Carnevale viareggino dopo la guerra, fu Presidente del Comitato d’Onore con Fernando Tofanelli Presidente del Comitato Esecutivo.
Un triste ponte ideale unisce i giorni nostri a quelli passati della ricostruzione: la tragica esplosione della ex Casa del Fascio, avvenuta il 18 luglio 1945, che provocò numerosissime vittime e feriti, fu ancor più grave del disastro della ferrovia avvenuto il 29 giugno 2009. Con le elezioni comunali avvenute il 24 marzo 1946 rimase Consigliere Comunale; dal 1946 al 1949 fu Presidente dell’Azienda Autonoma della Riviera della Versilia; si spense infine, dopo una lunga malattia, proprio durante la campagna elettorale comunale del 1949 in cui Ciompi era il candidato Sindaco della D.C. che vinse poi le elezioni. Al termine del suo secondo incarico da primo cittadino, il 26 maggio 1946 il Consiglio Comunale (e i dipendenti del Comune di Viareggio), riconoscendo in Corrado Ciompi particolari virtù civiche, gli conferì una pergamena ricordo (dipinta da Uberto Bonetti), accompagnata da 400 firme, con illustrate le opere che furono realizzate durante le sue Amministrazioni. All’Avv. Corrado Ciompi che riprendendo l’opera sua interrotta nel 1923 dalla violenta faziosità fascista ritornò a reggere l’Amministrazione Comunale dal 13 Novembre 1944 al 24 marzo 1946.   Corrado Ciompi era sposato con Andreina Penco dalla quale ebbe quattro figlie (Raffaella, Giulia, Marcella e Maria Grazia). Era molto legato a Giovanni Gronchi (divenuto in seguito Presidente della Repubblica Italiana), a Giuseppe Togni e a Vincenzo Tangorra; in particolare, alla famiglia di Ciro Bertini (Chittò), eroe della Resistenza, come raccontato da Didala Ghilarducci (vedova di Chittò) nel suo struggente libro “Partigiana per amore”.

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ultimo aggiornamento: 17-09-2014


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