PIETRASANTA. Presenza di tallio nelle acque della miniera e valori variabili – in misura tra 1,7 e 10,1 microgrammmi al litro – anche nelle acque dell’acquedotto nella zona di Valdicastello: sono questi i dati che ha fatto attivare Gaia SpA.

Comune di Pietrasanta, Gaia e l’Ausl 12 hanno programmato in sinergia una serie di interventi al fine di comprendere le dinamiche del fenomeno ed eliminare quanto prima la presenza di tallio dall’acqua potabile. Il tallio, infatti, è un metallo pesante, la cui assunzione per molti anni può provocare anche problemi sanitari. Il tallio si può trovare in depositi naturali o in minerali contenenti altri elementi.

Il tallio non rientra tra i parametri espressamente indicati nel decreto legislativo 31/2001 che disciplina la qualità delle acque distribuite per uso umano e tantomeno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) lo tratta nelle sue Linee Guida sulla qualità dell’acqua potabile. L’unico organismo ufficiale che ha preso in considerazione questo elemento è l’americana Environmental Protection Agency che prevede un limite massimo di presenza nell’acqua potabile di 2 microgrammi per litro.

I valori anomali di tallio sono stati riscontrati dal Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Pisa che sta svolgendo una ricerca sulla zona mineraria di Valdicastello Carducci, e nell’ambito dello studio, ha provveduto ad eseguire analisi sulle acque che fuoriescono dalle miniere, dalle sorgenti e anche dalle fontane pubbliche dell’acquedotto.

A seguito di questa segnalazione, sono partite una serie di analisi su tutte le alimentazioni dell’acquedotto di Valdicastello, si è evidenziato che l’unica sorgente inquinata dalla presenza questo metallo è quella denominata Mulini di S.Anna, la cui acqua, dopo essere sottoposta ad un processo di filtrazione per eliminare eventuali problemi di torbidità, viene immessa nell’acquedotto di Valdicastello. Quindi il primo intervento è stato quello di eliminare la sorgente mandandola in scarico.

Per poter alimentare l’acquedotto di Valdicastello si è allora provveduto a pompare acqua dal serbatoio in località Filippi a quello in località Parigi. Quest’acqua, proveniente dalla sorgente Moresco presenta valori di circa 0,2 microgrammi per litro di tallio, quindi pari a un decimo del limite massimo delle norme americane. Dopo questo intervento che doveva essere risolutivo, si è continuato ad analizzare l’acqua presente nei vari punti dell’acquedotto e distribuita in rete, e – grazie a queste continue analisi – si è potuto constatare che il tenore di tallio era addirittura aumentato nonostante che l’acqua proveniente dalla sorgente Moresco ne contenesse valori molto bassi.

Questo fenomeno è stato spiegato con il fatto che, pompando l’acqua dal basso verso l’alto, si è invertito il flusso all’interno dei tubi, e questo ha provocato un distacco del sedimento in cui si è probabilmente accumulato il tallio, andando ad alterare le caratteristiche dell’acqua trasportata. Quindi, anche se questo elemento non è previsto dalle normative attualmente vigenti tra quelli da analizzare per la valutazione dell’acqua per il consumo umano, il Comune di Pietrasanta, in accordo con Gaia SpA e la Azienda USL n. 12, ha deciso di dichiarare l’acqua non potabile con effetto immediato, dandone informazioni alla Regione Toscana e all’Istituto Superiore di Sanità per richiedere un parere tecnico in merito.

Nel frattempo Gaia, a seguito dell’ordinanza di non potabilità, ha provveduto ad installare due punti di approvvigionamento di acqua potabile, uno presso la Chiesa di Valdicastello e l’altro presso il bivio per Regnalla, e sta approntando un sistema di alimentazione alternativo dell’acquedotto.

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