VIAREGGIO. “Facciamo il punto sulla situazione delle scuole dell’infanzia, asili nido, servizi educativi 0-3 anni e trasporto scuolabus per chiarire che, anche in una situazione di dissesto economico, si possono fare scelte diverse, che tendano a salvaguardare il più possibile i servizi”. Lo scrivono in un lungo interventi gli ex assessori Glauco Dal Pino (politiche educative e genitoriali) e Isaliana Lazzerini (politiche sociali), le ex consiglieri comunali del Pd Francesca Chiarini ed Elena Tozzi e Chiara Sacchetti, insegnante nonché responsabile del settore scuola e cultura della lista civica Viva Viareggio Viva.

Scuole dell’infanzia. “Il commissario prefettizio ha chiesto la statalizzazione di 14 sezioni di scuola dell’infanzia e che il personale, tutto, anche quello che andrà in pensione tra gennaio e giugno prossimo (32 persone), venga statalizzato a settembre, su proposta del dirigente del settore Franco Allegretti. Come responsabile pedagogica, Roberta Baldini su delega della giunta aveva lavorato a quattro ipotesi, tenendo conto anche dell’invito a salvaguardare l’esperienza della scuola materna comunale, ricevuto dalle maestre, esperienza nata agli inizi degli anni Settanta e di qualità. Nessuna di queste ipotesi prevedeva il passaggio delle maestre della scuola dell’infanzia al nido, a meno che un’insegnante non lo richiedesse.

“A dissesto conclamato che cosa si poteva fare? Intanto non statalizzare 14 sezioni ma 13 e una chiuderla, non chiedere la statalizzazione di 32 maestre quando sei vanno in pensione prima; si poteva tentare, ancor meglio, di tenere due scuole con personale proprio; altra ipotesi: considerando che lo stato difficilmente prenderà in blocco le sezioni, realisticamente puntare su sei- sette sezioni da statalizzare. In quel caso, tutte le insegnanti rimarrebbero in carico al Comune, almeno per un anno ancora, e 18 maestre sarebbero impiegate nelle sei sezioni che lo stato non avrebbe preso, e altre utilizzate nei servizi educativi, non i nidi. Per un anno si poteva salvaguardare la delibera comunale.

Foto Vt
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“Infatti esisteva una bozza di delibera che la giunta Betti aveva preparato già nel luglio scorso e su tali indirizzi si era mosso l’ufficio della pubblica istruzione per preparare le varie ipotesi: è la delibera 148 del 15 luglio 2014, che prevedeva aumenti tariffari per tutti i servizi, presentata dagli assessori Glauco Dal Pino e Lorenzo Bertoli, e generalmente apprezzata dai sindacati.

“Una malaugurata ipotesi sarebbe quella che lo stato si assuma l’onore delle 13-14 sezioni, ma non prenda il personale. Significherebbe che la spesa maggiore, quella del personale, rimarrebbe a carico del Comune, senza avere più nessuna scuola dell’infanzia da gestire. Il sindacato si va muovendo per chiedere il passaggio del personale allo stato, ma non è così semplice, come si vuol far credere. A Viareggio, nelle statalizzazioni che ci sono state negli anni precedenti, non è mai avvenuto.

Tariffe. “Il commissario prefettizio ha emanato la delibera 12 del 31 ottobre 2014 con le nuove tariffe per refezione scolastica, trasporto scolastico, servizi 0-3 anni, Centro Immaginaria, tariffe che, secondo il Tuel, potrebbero rimanere invariate per i prossimi 5 anni. Un esempio: la fascia intera di 5,95 euro a pasto nella refezione scolastica la paga chi ha un reddito Isee superiore a 12.619,31 euro. La delibera 148, 15 luglio 2014, di cui si è parlato prima, prevedeva aumenti per tutti i servizi con nuove fasce Isee, ma non il pagamento della tariffa intera della mensa ad una fascia di reddito così bassa, si parlava di tariffa intera per redditi superiori a 35mila euro.

“Nell’ottica del dissesto, dal 2 ottobre in poi, gli uffici avevano lavorato ad altre ipotesi di aumenti tariffari con l’idea di spalmarli più possibile. Tra le varie ipotesi c’era quella di eliminare la fascia di esenzione, con una tariffa minima per mensa, servizi 0-3 anni, scuole dell’infanzia, Centro Immaginaria e visite guidate ( da fuori zona). L’esenzione totale poteva essere certificata solo dai servizi sociali. Qualche esempio: la tariffa massima era di 60 euro mensili per il pullmino e riguardava redditi Isee oltre i 35mila euro; 8 euro era la tariffa dovuto sotto i 4585 euro (20% di utenti). La proposta degli uffici prevedeva le stesse fasce Isee per tutti i servizi, e per la mensa si sarebbe pagato il pasto 5,67 euro, per chi andava oltre i 24mila euro.

foto Marco Pomella
foto Marco Pomella

“La differenza tra quello che era nelle intenzioni della giunta e quello che ha fatto il commissario è dunque di spalmare gli aumenti nelle fasce più alte, di considerare le tariffe intere solo per la fascia di reddito dai 30-35mila euro in su. Dalla delibera del commissario sono state ritoccate, seppur di poco, anche le tariffe verso l’ alto.

Asili nido e servizi educativi. Attualmente a Viareggio ci sono nove nidi d’infanzia, di cui tre a tempo corto e sei a tempo lungo, un laboratorio interculturale, uno spazio gioco, due centri bambini e genitori, due centri estivi attivi in estate. Se non si proroga l’appalto alle cooperative, il 7 gennaio prossimo, si riapre con il personale comunale, dunque potranno riaprire solo quattro nidi, tre a tempo lungo e uno a tempo corto, oppure chiudere alcune sezioni in tutti i nidi, chiudere tutti i servizi in appalto. In pratica 280 famiglie circa non ritroverebbero servizi su 450 che ne usufruiscono.

“Intanto anche le iscrizioni al nido, che per obbligo di legge dovevano partire dal 5 novembre, fino al 20, non sono state ancora aperte. La giunta aveva elaborato ipotesi di contenimento della spesa che rendevano possibile le proroghe, con soluzioni di forte risparmio per mantenere i servizi. Ci sono soluzione tecniche per evitare la chiusura e prorogare l’appalto e trovare soluzioni amministrative affinché non ci sia l’annullamento del servizio, semmai un ridimensionamento. Si può procedere intanto con una proroga tecnica dei servizi in appalto, fino a giugno 2015.

Trasporto scolastico. “Le proposte precedenti non erano molto diverse, da quelle della delibera commissariale. Ma la retta mensile massima era di 60 euro e riguardava redditi sopra i 35mila euro. Gli attuali 14 autisti devono essere ridotti di numero a sette e otto, dobbiamo contenere le corse e diversificare l’organizzazione per scendere ad un costo dimezzato: se i costi non si riducono, il 36% a carico degli utenti – obbligo di legge con il dissesto – fa salire per forza le tariffe. Anche i mezzi sono da cambiare perché estremamente costosi dal punto di vista del carburante – 5 km con un litro – , ma piuttosto che interrompere totalmente il servizio, è possibile un piano di revisione”.

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ultimo aggiornamento: 06-11-2014


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