PIETRASANTA.  C’era anche Daniele Bertoni il poeta e artista versiliese nella cornice del Sant’Agostino in visita alla Mostra di Franco Miozzo a Pietrasanta.

Buonasera come mai alla mostra di Franco Miozzo?

Ritengo che tra gli artisti di questa città è tra i più interessanti che ci siano mai appartenuti, poi perché la mostra è stata organizzata da Lodovico Gierut a cui anch’io devo molto e il catalogo stupendo è curato da Giovanni Bovecchi il primo in luogo che ha pubblicato un mio scritto, sul noto ‘Guiscardo’ il giornale che curava lui stesso negli anni ’90.

Può spiegarci?

Nel 1993 ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare Lodovico come artista e mi ha aiutato ad esordire in una magnifica collettiva del 1994 la San Martino proprio qui nella splendida atmosfera che respiriamo del Sant’Agostino. Mentre Giovanni Bovecchi pubblicò una mia poesia ‘Trombe Celesti’ che fu scartata ad un concorso letterario nazionale di Milano.

Cosa ne pensa della cultura pietrasantese?

Domanda a cui rispondere mi viene difficile: però trovo che questa città non offra granché artisticamente se non questa mostra appunto: si vede meno artigianalità del luogo e sempre gli stessi artisti già noti; bamboleabbiamo laboratori artistici straordinari che offrono opere altissime e pare che la nostra amministrazione li eviti come la peste almeno in questi ultimi due tre anni: in più certe iniziative culturali sono davvero scarne e per trovare qualcosa di travolgente ed emozionante è praticamente una insperata ricerca. Ma in compenso abbiamo librerie molto belle, monumenti e luoghi magnifici in cui rifugiarsi per sfuggire a queste mancanze.

Tipo?

Io dovrei dirlo? Si guardi attorno, vede quanta magnificenza? Ha visto dentro il campanile del Duomo? Passiamo oltre.

Il suo nuovo libro è una raccolta (l’ennesima di poesie) non crede sia ormai morta questa forma letteraria?

La poesia non muore mai mi creda è ovunque. Io scrivo poesie da un trentennio e mi creda ho ancora molte cose da esprimere con questa forma artistica (non solo letteraria): poi il mio libro è un omaggio alla donna sotto ogni forma e in ogni sua considerazione. Trovo che la donna in genere sia la migliore ispirazione per un poeta ma anche per un artista.

Io fortunatamente posso dire di essere entrambi (senza pretese), quindi di goderne il beneficio, l’iessenza.

Perchè Tra Le Bambole (io non sono una bambola)?

Perché sono venti anni che lavoro con le donne per il mio lavoro di truccatore. Ricavo molto dalle conversazioni con loro, attingo ‘rubando’ frasi interessanti e quindi restano bambole bellissime a cui io appartengo a cui io mi ispiro ma non voglio esserne coinvolto conversando, preferisco rimanere passivo al loro linguaggio.

Poeti o scrittori di sua preferenza?

Mi lasci dire che ogni scrittore è un caso a se stante e mi dona emozioni diverse. Quindi il mio elenco è lungo ma alcuni nomi li faccio volentieri perché sono autori che mi hanno aiutato a capirmi e capire ciò che stavo facendo in arte e poesia: Colette, Anais Nin, Luis Sipulveda, Gabriel Garcia Marquez, Pablo Neruda, Hermann Hesse, Maxence Ferimne, Irene Nemirovsky, Nina Berberova, Sylvia Plath e altri…

Artisti invece?

In loco: Leone e Marcello Tommasi, Franco Miozzo (appunto), Noccola Giannoni, Girolamo Ciulla, Lucilla Gattini, Yemisi Wilson, Marco Giordano. Fuori di qui: Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, Monet, Chagal, Mirò, Pollock, Dalì, Matisse, Fautrier, Dubuffet e l’elenco si allunga.

Pietrasanta ospita due grandi nomi che lei non cita nella sua lista in loco come mai?

Si riferisce a Igor Mitraj e Botero?

Sì.

Perché sono appunto quelli sempre menzionati, e ogni-presenti in questa città come se fossero solo loro a rendere grazia a Pietrasanta.

Lei fa scultura e scrive anche romanzi a chi si ispira?

A me stesso, non credo di avere modelli, ma se dovessi scegliere un periodo: sicuramente quello Impressionista per l’arte, quello decadente e surrealista per la scrittura.

Se noi dovessimo dare questa intervista alla stampa lei a chi vorrebbe indirizzarla in loco?

Mi viene in mente l’unica testata che appartiene alla Versilia: ‘Versiliatoday’ che oltretutto molto attenta alla cultura, poi i suoi collaboratori sono giovani e rampanti.

Un’ultima domanda: come si collegherebbe in arte e letteratura in questa città?

Io appartengo a questa città esattamente come l’acqua al fiume. Ho le radici qui. Mi collego all’arte e la letteratura di questo luogo solo per la formazione didattica, i miei studi; senza i quali non avrei mai sviluppato in qualcosa di concreto la mia creatività.

Prego!

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