FORTE DEI MARMI. “In Versilia è stata accertata la presenza di un veleno come il tallio nell’acqua pubblica, tutto è partito da Pietrasanta, ma fortunatamente (e tardivamente) la ASL sta controllando i pozzi di tutto il comprensorio. Durante la mia campagna elettorale a Forte dei Marmi l’avevo detto chiaro e tondo: l’operazione acqua in brocca promossa dal gestore idrico integrato nelle scuole versiliesi era sconsiderata” così l’ex candidata sindaco Fuxia People a Forte e attuale consigliera regionale Lombardia Maria Teresa Baldini.

“Non si può scherzare sulla qualità dell’acqua (principale alimento dell’essere umano) – sostiene Baldini – e allora come adesso dico che gli acquedotti andrebbero controllati costantemente come si fa in Borsa; l’acqua del rubinetto purtroppo può causare problemi di salute, sulla breve o sulla lunga distanza: in Italia, prima del caso tallio, sono state rinvenute tracce di arsenico in alcuni acquedotti pubblici tanto che l’Unione Europea aprì una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese”.

“Sarebbe necessario un controllo e l’eventuale sostituzione di alcuni tratti della rete delle tubature – continua la consigliera – perché in alcuni casi l’acqua scorre attraverso vecchi tubi in materiali quali il piombo (i cui effetti nocivi per la salute conosciamo)”.

“I cittadini invece si ritrovano a pagare bollette sempre più salate e ogni mese scoprono un nuovo veleno nell’acqua pubblica – prosegue Baldini – dopo un paio d’anni dalla mia proposta, leggo che un istituto scolastico del Comune di Camaiore chiede ai genitori di fornire bottiglie di acqua minerali ai propri figli per evitare che essi bevano l’acqua del rubinetto. Due anni fa fui offesa da alcuni personaggi della vita pubblica versiliese, soprattutto nella mia veste di medico”.

“Quello che mi colpì di più fu un intervento ironico su Facebook dell’ex assessore e medico fortemarmino Bruno Murzi che alla mia proposta di portare nelle scuole l’acqua minerale (come accade, chiediamoci perché, da sempre negli ospedali) scrisse di dare da bere loro del vino; la cosa più grave è che quelle parole venivano da un medico e un medico dovrebbe capire certi argomenti più di altri politici – chiude Baldini – le mie intenzioni non erano distruttive, ma costruttive e raccolsi solo offese e minacce di denunce da chi, come l’allora presidente di GAIA, evidentemente aveva più a cuore la contabilità della propria società che la salute pubblica. Adesso è ora che la politica si occupi seriamente della qualità dell’acqua”.

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