VIAREGGIO. È ufficialmente partito il conto alla rovescia per l’inaugurazione di Villa Argentina, fissata per domenica 23 alle 15,30. Un evento che aspetta con entusiasmo tutta la città, che della Villa ha sempre sentito parlare restando rapita da quel velo di mistero e fascino, e a cui la Rai dedicherà ampio spazio nei prossimi giorni.

“I miei ricordi su Villa Argentina si dividono tra la vita privata e l’impegno pubblico come amministratore”, racconta Andrea Palestini, presidente del Consiglio provinciale di Lucca e incaricato di seguire l’ultima parte dell’opera di restauro.

“Da piccolo ci passavo davanti, la Villa era un albergo-pensione e restavo incuriosito dalla particolarità di quell’edificio, che emanava qualcosa di misterioso e di inesplorato: credo che questa sia la suggestione più diffusa tra i viareggini. Invece il ricordo più vecchio che ho come amministratore risale all’inizio degli anni Novanta, quando anch’io, come altri sindaci dopo di me, ricevetti la richiesta di trasformazione della Villa in tanti appartamenti frazionati, a cui fortunatamente nessuno ha dato seguito. Se non avessimo dimostrato quella lungimiranza oggi non potremmo parlare di edificio recuperato e restituito alla città: Villa Argentina è un simbolo per Viareggio”.

Palestini, poi, si sofferma sull’opera di restauro: “A febbraio scorso il presidente Stefano Baccelli mi chiese di seguire i lavori perché voleva essere certo di portarli a termine entro l’anno. Un bel gesto di fiducia. Lo stato della Villa era critico, al piano terra c’era da intervenire su tutto, compreso il giardino.

“Di problemi ne abbiamo incontrati tanti, ma condividere la gioia e la fatica con i tecnici, con gli operai, con i professionisti è l’emozione più bella che abbia vissuto come amministratore. Sembra che non ci siano limiti alla bellezza di Villa Argentina, ora che ho seguito i lavori dall’interno posso dirlo con assoluta certezza”.

Per l’inaugurazione di domenica, oltre agli studenti del “Barsanti e Matteucci” e del “Marconi”, sono state coinvolte anche due istituzioni di grande prestigio – la prima è la Fondazione Festival Pucciniano, che sta preparando le voci bianche del coro per l’esecuzione dell’Inno di Mameli, la seconda è la Fondazione Cerratelli, che allestirà una sala della Villa con tre costumi originali della prima rappresentazione di “Turandot” di Puccini, a cui Galileo Chini collaborò come scenografo.

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ultimo aggiornamento: 20-11-2014


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