VIAREGGIO. “Siamo alle solite: come ogni anno siamo costretti ad ascoltare voci più o meno spifferate di mercati del giovedì di dicembre che allungano ‘magicamente’ l’orario originale”. Lo scrive Stefano Lazzarini, presidente dell’Associazione Concessionari di Piazza Cavour.
“Diciamo subito, senza tanti giri di parole, che siamo contrari a qualsiasi idea di mercati straordinari – in altri giorni della settimana – e di prolungamento del mercato del giovedì, sia in piazza Cavour che in Passeggiata. È impensabile e insostenibile, in un periodo di durissimi sacrifici per tutti gli esercenti a posto fisso, subire anche questo eventuale danno.
“Non solo. Per il prossimo futuro è indispensabile ripensare, in maniera articolata e profonda, i regolamenti del commercio del Piazzone e di tutta la città. Per guardare al futuro dobbiamo ripensare anche al nostro passato, da dove siamo venuti: il mercato del giovedì deve essere unico e svolto in un solo sito, nell’area di Piazza Cavour.
“È qui che ha vissuto e vive da sempre il commercio viareggino, è da qui che bisogna ripartire: non è più tollerabile la miriade di mercati e mercatini rionali che si svolgono – ogni giorno della settimana – in diverse zone di Viareggio. I quartieri e i rioni della nostra città sono già assistiti dalle botteghe, e dai cosiddetti negozi di vicinato: Piazza Cavour deve ritornare prioritaria e centrale, nelle scelte commerciali dell’amministrazione comunale di Viareggio.
“Chiediamo sostegno a tutte le associazioni di categoria affinché, se davvero vogliono – non solo a parole – il bene del piazzone, si adoperino affinché il mercato del centro città ritorni ad essere cuore pulsante del commercio, sia stanziale che ambulante. Piazza Cavour deve ritornare agli antichi splendori, ad essere un centro di aggregazione sociale e commerciale, dove si trovi ogni giorno una variegata offerta, qualificata, di merci di ogni tipologia e caratteristica.
“Il tempo della demagogia è finito da un pezzo. Al mercato non abbiamo bisogno di passerelle politiche né tantomeno di fantomatici progetti mossi da filosofia spicciola”.
