VIAREGGIO. Nella giornata del 9 dicembre 2014, al termine di una prolungata attività investigativa, rivolta alla repressione del fenomeno dell’alterazione degli apparecchi cronotachigrafi (gli apparecchi che servono a evitare che gli autisti di camion e pullman guidino troppe ore al volante con il rischio di causare per la stanchezza gravi incidenti stradali), installati sugli autoarticolati e autotreni che percorrono quotidianamente la viabilità autostradale e ordinaria, il personale investigativo della Sezione Polizia Stradale di Lucca e della Sottosezione di Viareggio, effettuava un’attività di controllo dando esecuzione ad un  decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca.

L’operazione, scattata fin dalle prime ore della notte, si svolgeva nel territorio versiliese ove venivano fermati e controllati cinque autoarticolati riconducibili ad una ditta di autotrasporti di Pietrasanta la cui amministratrice una donna di anni 44 residente a Pietrasanta, era già stata segnalata all’Autorità Giudiziaria. Sebbene ad un primo controllo non venissero riscontrate anomalie, i poliziotti, dopo una lunga e laboriosa “attività di bonifica”, protrattisi durante l’arco della giornata  su tutti i veicoli controllati,  hanno rinvenuto sofisticatissimi congegni elettronici di ultima generazione che permettevano appunto di inibire il regolare funzionamento del cronotachigrafo. In pratica, premendo un bottone artificiosamente camuffato, il conducente del veicolo staccava il sensore di velocità e quindi, sebbene il veicolo risultasse addirittura fermo, in realtà come è stato accertato anche mediante software dedicato in dotazione agli uomini della Stradale, tale veicolo viaggiava anche ad elevatissime velocità. Al termine degli accertamenti tali dispositivi sono stati sequestrati ed ai conducenti dei mezzi coinvolti veniva ritirata la patente di guida.

In concomitanza al controllo degli autoarticolati, altri uomini della Polizia Stradale, unitamente a personale dell’Ispettorato del Lavoro di Lucca, hanno perquisito la residenza dell’amministratrice della ditta nonché presso la sede legale della medesima ditta. L’accertamento è durato diverse ore, sequestrando copiosa documentazione ritenuta interessantissima al prosieguo delle indagini che ad oggi vede un nuovo indagato, un uomo di 45 anni sempre di Pietrasanta che, secondo gli investigatori è il socio occulto nonché “mente operativa” del sodalizio criminoso.

L’attività compiuta dagli uomini della Stradale ha perseguito in duplice fine. Infatti, se da un lato, colpendo una ditta che operava slealmente si è voluto  salvaguardare quelle che lavorano rispettando le norme di legge; dall’altro, avendo a cuore la tutela di tutti gli utenti della strada, si è voluto interrompere un fenomeno che ne andava in evidente contrasto, tanto che, proprio in considerazione del fatto che gli automezzi venivano guidati anche per 15 ore di fila senza interruzione di continuità, è stato contestato a carico degli indagati anche il grave reato di “attentato alla sicurezza dei trasporti”.  La crisi offre difatti  un’ alibi a molti imprenditori che costringono i propri dipendenti a turni massacranti per massimizzare i profitti e combattere in modo fraudolente la concorrenza.

 

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