PIETRASANTA. “Mi siedo di fronte a lui che beve un caffè, sono le 14 e 10 – alle 14 e 35 è già tutto finito”.

Inizia così l’intervista di Amaranta Gonzales (AgenziaLibera) al poeta Daniele Bertoni presso il Caffè Margherita a Marina di Pietrasanta.

Il tuo debutto da scrittore è avvenuto nel 1990 come ricordi quel giorno?

Ricordo chiaramente che era febbraio e da un paio di mesi era uscito il mio primo libro di poesie (la mia prima raccolta) Cinquanta Liriche Del Mio Mistero con l’editore Manrico Viti e la giornalista del Grillo di Genova che curava l’introduzione, avevo avuto un premio a Carrara ad un Premio Nazionale ‘Città del Marmo’ e all’epoca ricordo che presentai il libro nella cornice magnifica del Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta dove Manrico Nicolai presiedeva e il poeta Giuseppe Cordoni presentava la mia opera ad una cinquantina di persone; ero molto imbarazzato e a disagio questo il mio impatto: poeta in patria il peggiore dei debutti.

Nonostante il debutto poi come sono andate le cose per la sua opera?

Ma le copie furono esaurite in pochi mesi poi l’editore morì e quindi per motivi a me sconosciuti non potei ristampare il libro: in compenso feci in tempo a far conoscere la mia opera in Europa tramite un premio letterario e poi a distanza di tempo nel 1995 ebbi uno dei premi più importanti di Venezia che mi apri le porte e circoli letterari di tutta Italia dove la mia poesia è letta e apprezzata. Ma resta comunque un campo quello della poesia: inesplorato, dissacrato, martoriato. Oggi scrivono tutti e nessuno legge, uscire da questa classificazione e decadenza letteraria comporta molti sacrifici morali per far emergere il proprio operato.

La tua Città cosa offre in tal senso?

La mia città offre bellissime librerie: La Nina, la Santini, Tonacchera, e una bella biblioteca. In quanto a me personalmente mi da la possibilità di lavorare alla mia arte e la mia poesia con totale indifferenza da parte di terzi. Anche se poi preferisco sempre presentare le mie opere finite e pubblicate nelle librerie, come si faceva una volta o ad eventi artistici e letterari che ogni estate se pur distillate nei programmi, Pietrasanta offre.

La sua ultima presentazione?

La più significativa è stata a dicembre l’anno scorso per il mio libro ‘FLY 100 stille di sangue’ alla libreria Ikaroa&Travel Books, per questo libro che ritengo un prodotto di minore importanza della mia produzione; ma spesso accade che le cose che un autore ritiene tra le sue peggiori si mostrano le migliori.

Altri libri in circolazione?

Mi verrebbe da dire chiedetelo ai pietrasantini o pietrasantesi qualsivoglia; invece che farle un elenco preferisco risponderle parecchi titoli e tutti in rete quella di internet, così evito un inutile sforzo nel dettarli tutti qui seduta stante.

Ha collaboratori fidati al suo fianco?

Più che collaboratori sono amici ognuno con la sua caratteristica e la sua creatività: ho un grafico e designer che mi aiuta per le copertine, un primo lettore delle mie poesie che mi aiuta nella scelta, una carissima consigliera e redattrice che dice: ‘questa sì, questa no’. Uno staff certo scarno ma mi creda mi danno una gran mano a far si che le mie opere non risultino banali nel loro ‘vestito’: ogni tanto mi affido a collaborazioni esterne o dello stesso editore.

Come mai ha scelto di pubblicare con editori online?

Semplicemente per evitare totalmente i correttori di bozze e gli editing in generale, ho brutte esperienze dal passato e non voglio più nulla a che fare con chi mette mano sulle mie cose senza che io approvi e se invece non approvo fanno come vogliono: quindi meglio evitare.

Pietrasanta in quanto sua città natale le appartiene culturalmente?

Questa domanda non mi appartiene… non la città. Io non potrei mai parlarne bene e neppure male, ma preferisco non parlarne, ma una cosa posso esprimere: la cultura che Pietrasanta offre è sempre tanta, ma usata male (non dico altro). Ma lei si è fatta un giro questa estate per la città? C’era solo decadenza e nessun stupore…

Ho avuto l’onore di leggere su di lei in molti siti e ho scoperto anche sue false identità in circolazione perché?

La mia opera deve continuamente essere rigenerata e quindi uso false identità per ritrovare l’ispirazione. Una mia personale trovata; ma poi ho scoperto che molti artisti e letterati del passato facevano la mia stessa cosa e quindi non c’è da stupirsi. Mettiamola così, certe identità riscuotono più consensi che non il mio nome e cognome vero; forse la gente ama ancora il mistero o preferisce non sapere che ciò che legge sia di chi loro conoscono, così evito un sacco di pregiudizi sa?

Progetti per il futuro?

Crescere mio figlio prima di tutto. Poi contemporaneamente porto avanti due libri: un romanzo e un giallo. Ho completato una nuova raccolta poetica che vedrà la luce a metà gennaio. In arte sto selezionando e operando per una mostra e nel frattempo faccio parte della collettiva al Palazzo Panichi per il trentennale del Museo Dei Bozzetti. D un paio di settimane è uscito TRA LE BAMBOLE (io non sono una bambola) una raccolta poetica dove il tema è la donna e le sue varietà.

Grazie e auguri di Buon Natale?

Grazie a lei e auguri… arrivederci!

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