SERAVEZZA. “L’incontro avuto con il Prefetto di Lucca, durante l’ultimo Consiglio Comunale di Seravezza, ha sottolineato il grave problema della microcriminalità che attanaglia non solo il territorio seravezzino ma l’intera comunità versiliese.

Le cause purtroppo sono molteplici e vanno ricercate in diversi ambiti. La presenza di alcune comunità etniche i cui componenti, non avendo nessuno tipo di lavoro, si macchiano di diverse condotte penalmente rilevanti (furti, rapine, borseggi, sfruttamento della prostituzione anche minorile) hanno aumentato sensibilmente il verificarsi di azioni socialmente riprovevoli”.

Lo scrive Gianluca Pajatto, Consigliere Comunale Lista Monaco.

“Ma non dobbiamo commettere l’errore di rivolgere lo sguardo solo a queste comunità.

La delinquenza purtroppo e’ trasversale: non ha colore, non ha religione, non ha bandiere.

Subire un furto nella propria abitazione non provoca solo un danno economico ma da punto di vista psicologico e’ devastante e lascia nella comunità un senso di insicurezza e paura destinato a durare nel tempo.

Ci troviamo di fronte ad uno Stato debole incapace di arginare questa situazione e addirittura colpevole di adottare provvedimenti del tutto opposti alle istanze della cittadinanza.

Abbiamo un codice penale datato 1930 con reati ormai completamente avulsi dalla realtà quotidiana. E’ necessario un intervento radicale dove si dovranno creare nuovi fattispecie penali più moderne ed attuali con pene realmente afflittive sempre nel rispetto dei diritti inviolabili della persona.

Le nostre forze dell’ordine poi sono impegnate molto spesso in lunghe indagini per reati che potrebbe sicuramente essere risolti senza l’intervento dell’autorità giudiziaria (ingiuria, minacce, diffamazione): così facendo consentiremmo alla forze dell’ordine di impiegare le loro risorse per controllare il territorio ed intervenire  prontamente.

Anche la chiusura delle sezioni distaccate dei Tribunali e’ stata una scelta scellerata del nostro legislatore, alla quale la politica ha risposto poco e male: così facendo sono stati chiusi presidi territoriali molto importanti dando spazio ai malfattori.

Lo Stato deve dare risposte precise e concrete. Non si può chiedere alla cittadinanza di difendersi da sola consigliando l’acquisto di sistemi di allarme o autorizzando ronde private.

Siamo perfettamente consapevoli che non è facile trovare le soluzioni migliori ma già affrontare questo argomento nelle sedi istituzionali ed in presenza del Prefetto e’ un segnale incoraggiante per il futuro”.

 

 

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