VIAREGGIO. Ricorre oggi il 70’ anniversario dell’insediamento della prima Giunta democratica dopo la caduta del fascismo e la Liberazione di Viareggio. Può essere pertanto opportuno ricordare questa ricorrenza e quanto fu fatto da un gruppo di uomini valorosi, dopo i tragici bombardamenti, per ricostruire la Città e ridare una speranza di concreto benessere ai viareggini così duramente provati dalla guerra.

Può essere questa una buona occasione per far conoscere anche ai più giovani una parte importante della storia cittadina. E’ utile allora ripercorrere i fatti che portarono a questo evento, accompagnati dalla avvincente descrizione di Angelo Malfatti nel suo bellissimo “Viareggio 1946…e fu subito Carnevale”.

Alla fine del nefasto ventennio fascista, drammaticamente conclusosi con la guerra, essendo stato l’ultimo Sindaco democratico prima dell’avvento del fascismo, a completamento di un ideale ponte col passato, parve naturale rivolgersi a Corrado Ciompi per ricoprire la carica di Sindaco anche dopo la caduta del fascismo. A lui ci si rivolse pertanto quando, riacquistata la tanto sospirata libertà, si doveva pensare alla ricostruzione della Città.

La situazione a Viareggio, a causa dei numerosi e devastanti bombardamenti subiti, era però davvero tragica.

Viareggio, dal 1 novembre 1943 al 7 febbraio 1945 fu devastata dalle bombe. Prima le Forze aeree alleate, nel corso di 62 incursioni, scaricarono sulla città oltre 1.600 bombe, poi fu la volta dei tedeschi che, dopo essersi ritirati da Viareggio cercarono di contrastare con il tiro dei cannoni l’avanzata dei reparti americani. Alla fine del conflitto, le condizioni di Viareggio, riconosciuta “città sinistrata”, furono sintetizzate dalle seguenti cifre: su 6.491 abitazioni preesistenti prima della guerra, 870 furono distrutte, 699 risultarono gravemente danneggiate e non riparabili, 1.286 danneggiate e per le quali furono richiesti contributi per la riparazione e 137 furono i fabbricati requisiti e danneggiati; per un totale di 2.992 case dichiarate “inabitabili”. Gli operai occupati nelle industrie viareggine da 2.500 passarono a 592 unità. Nella popolazione civile, per azioni belliche, vi furono 180 morti, 150 feriti, 220 vedove, 164 orfani e 250 deportati.

Il 16 settembre 1944 Viareggio fu finalmente liberata dalle forze alleate con l’aiuto determinante dei partigiani e a partire dal 4 ottobre fu autorizzato il rientro della popolazione, sfollata dal 19 aprile, “nonostante che vi fosse anche pericolo perché la città era ancora sotto il tiro dei cannoni tedeschi”. I bombardamenti su Viareggio proseguiranno infatti fino al 7 febbraio 1945.

Fu comunque un ritorno triste in un panorama di generale desolazione. La città era semidistrutta, ovunque crateri di bombe e cumuli di macerie. La situazione di Viareggio verrà poi malinconicamente, ma realisticamente descritta, pur tuttavia con grande speranza, nella lettera del 5 luglio 1945, inviata dal Sindaco Corrado Ciompi al Governatore Militare Alleato Cap. Gordon West, nella quale si legge:

“Le tristi condizioni in cui versa la nostra città a causa della guerra Vi sono note. I quartieri popolari totalmente distrutti; distrutto il porto; gravemente danneggiato ed in parte demolito il quartiere della Darsena; i cantieri di costruzioni navali, pure gravemente danneggiati; il naviglio mercantile totalmente perduto; la marineria viareggina, che contava migliaia di unità, completamente a terra; le pinete, i giardini, in parte distrutti e nella rimanenza gravemente danneggiati; le strade sconvolte ed impraticabili; l’attrezzatura turistico-balneare, comprendente alberghi e stabilimenti balneari, quasi completamente perduta o gravissimamente minorata; migliaia di cittadini privi di alloggi”.

Sempre nella lettera inviata al Governatore Militare Alleato, il Sindaco Corrado Ciompi scrive:
“Occorrerà una lunga intensa e costosissima opera di riparazione e di ricostruzione per poter sanare le profonde ferite inflitte dalla guerra. Si aggiunga che sussiste pure una quantità ingentissima di disoccupati ai quali dobbiamo ad ogni costo procurare lavoro, specie pel prossimo inverno e per il nuovo anno. D’altra parte Viareggio, ha ormai impellente necessità di riprendere il suo antico e primissimo posto tra le più rinomate stazioni turistiche d’Italia e di Europa di importanza internazionale.

Corrado Ciompi, avvocato e giornalista, fin dal 1914 ricoprì a Viareggio incarichi di Consigliere Comunale e Assessore; divenne Sindaco di Viareggio, per la prima volta, il 18 luglio 1921 e mantenne l’incarico fino al 10 aprile 1923, quando venne destituito dalla violenza del regime fascista.

Ridivenne Sindaco, dopo la Liberazione, il 13 novembre 1944 in seguito alla designazione del Governatore Militare Alleato Francis H. Waldron. Corrado Ciompi tuttavia accettò l’incarico di Sindaco soltanto dopo aver avuto il nulla-osta e, anzi, l’incoraggiamento unanime e caloroso da parte del C.L.N. – Comitato di Liberazione Nazionale – in quanto la sua persona dava tutte le garanzie di democrazia e di onestà, sia intellettuale che morale, che si ritenevano necessarie a svolgere con autorevolezza e competenza un così arduo e impegnativo compito: ricostruire Viareggio devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. In precedenza, il C.L.N. provvisorio aveva designato Alessandro Petri, che però non era gradito agli Alleati.

Il primo C.L.N. provvisorio, come riportato da Bergamini e Bimbi in “Antifascismo e Resistenza in Versilia”, venne costituito a Viareggio il 18 settembre 1944 e fu composto, nella quasi totalità, da comunisti, non essendovi ancora la possibilità di ottenere una rappresentanza di altri partiti politici, anche a causa dello sfollamento della Città. Per non insospettire gli Alleati con una massiccia presenza comunista nel C.L.N., ad essi tutt’altro che gradita, si fu costretti a mettere in piedi una coalizione che rappresentasse le forze politiche di allora, inserendo nella composizione del C.L.N. viareggino diversi comunisti, che vi figurarono come rappresentanti dei vari partiti.

Pertanto si ebbe:
. Leonardo Di Giorgio (comunista), Presidente – per il Partito d’Azione;
. Antonio Giorgetti (comunista) – per il Partito Comunista;
. Mansueto Marcucci (comunista) – per la Democrazia Cristiana;
. Giuseppe Vannucci (comunista) – per il Partito Repubblicano;
. Giovanni Devoto (comunista) – per il Partito Democratico del Lavoro;
. Danubio Bertuccelli (comunista) – per il Partito Comunista;
. Oberdan Bertuccelli (socialista), Segretario – per il Partito Socialista.

L’organismo del C.L.N. si modificò via via che le strutture provinciali dei partiti politici nominarono ufficialmente i loro rappresentanti. La composizione finale del C.L.N., in rappresentanza dei vari partiti politici presenti a Viareggio, fu la seguente:

. Giannini, Lucchesi e Talozzi – per la Democrazia Cristiana;
. Giusti, Manfredini e Vettori – per il Partito Comunista;
. A. Bertuccelli, Fontana e Fornaciari – per il Partito d’Azione;
. Baccelli e Canepa – per il Partito Socialista;
. Mei e Casella – per il Partito Repubblicano;
. Gattai e Caprili – per il Partito Liberale;
. Decanini – per la Democrazia del Lavoro.

Come detto, l’avvocato Ciompi era molto stimato ed apprezzato per le sue grandi doti umane, e dava tutte le garanzie di democrazia ed onestà. Uomo leale, onesto ed altruista, era da tutti considerato un esempio per la sua integrità morale e il senso civico. Le sue naturali doti di cortesia e di generosità, unite ad una pratica amministrativa non comune, facevano di lui la persona più adatta e degna per reggere le sorti della nostra Città, la quale ebbe sempre in lui un valido e strenuo sostenitore che non mancò mai di sfruttare ogni occasione per darle nuovo impulso e nuova bellezza.

A lui, l’ultimo Sindaco democratico deposto nel 1923 dalla violenza fascista, ci si rivolse per ricostruire la Città e ridare fiducia e speranza alla popolazione afflitta dalla disoccupazione e provata dalla durezza della guerra. A lui ci si rivolse per far rinascere Viareggio; e non tradì la fiducia e le aspettative che in lui erano state riposte. Corrado Ciompi seppe con intelligenza e determinazione ridare alla cittadinanza, ormai stremata, la possibilità di ricominciare a vivere, di affrontare il presente con fiducia e a guardare al futuro con grande speranza.

La missione che era stata affidata a Corrado Ciompi sembrava davvero impossibile, eppure non si scoraggiò affatto, ma fece appello a tutte le risorse disponibili. Il Sindaco della rinascita di Viareggio, così fu chiamato dai suoi concittadini con riconoscenza e gratitudine, perché durante il suo secondo mandato seppe avviare una serie di iniziative e di opere che segnarono la svolta della città. Riuscì insomma ad infondere fiducia e ottimismo, a scuotere gli animi e a stimolare gli spiriti; seppe dare nuovo slancio e impulso allo sviluppo economico, sociale e culturale.

Egli resse da solo le sorti della Città nel periodo più drammatico della sua esistenza, fino all’8 gennaio 1945, quando fu insediata la prima Giunta Comunale democratica dopo la caduta del fascismo.

La prima Giunta Comunale democratica di Viareggio, frutto dell’accordo di tutte le forze politiche, sostenuta dal C.L.N., era costituita da Assessori membri di tutti i partiti politici ed era così composta:
. Avv. Corrado Ciompi (DC), Sindaco – Presidente;
. Angelo Giorgetti (PSIUP), Assessore Delegato (vicesindaco) e competente all’annona;
. Di Giorgio (PCI) ai lavori pubblici;
. dott. Bruno Innocenti (PCI) alla sanità;
. prof. Egidio Giannecchini (DC) alle finanze;
. Avv. Silvio Del Prete (DC) ai servizi demografici;
. Avv. Oberdan Bertuccelli (PSIUP) alla polizia municipale;
. Albano Bertuccelli (Pd’A) e il notaio Guido Casella (PRI) erano Assessori supplenti.

Questa era la squadra composta da uomini di valore, capitanata da Corrado Ciompi, a cui interessava davvero il bene della Città e che riuscì, anche a costo di grandi sacrifici personali, nella straordinaria impresa di ricostruire Viareggio. A questa squadra Viareggio dovrebbe guardare con riconoscenza e gratitudine.

L’anno 1945 segnò pertanto il ritorno della vita democratica al governo della Città. La prima Giunta democratica, costituita con il benestare dell’Autorità Militare Alleata, era frutto dell’accordo di tutte le forze politiche presenti in città e che avevano partecipato alla lotta di liberazione.

La guerra non era ancora finita ma la ricostruzione della Città doveva iniziare e il compito che si presentava a quegli uomini era veramente improbo. Solamente con la concordia, con lo spirito di sacrificio e con l’unione delle forze, così come era stato durante la lotta di liberazione, era possibile ricostruire la Città.

L’insediamento della Giunta avvenne l’8 gennaio 1945 e l’avv. Corrado Ciompi fu il primo Sindaco ufficialmente in carica dopo la Liberazione. Lo scarno verbale della prima riunione di Giunta testimonia lo spessore della volontà che accomunava i primi amministratori e per essi la cittadinanza:

“Il Sindaco, nell’iniziare la seduta, rivolge il suo saluto a tutti i componenti della Giunta facendo presente che il programma che domina è quello della rinascita di Viareggio, così duramente provata dalla guerra nei vari settori ed attività e che ora è necessario avviarla verso una vita prospera e felice. Desidera ardentemente la piena collaborazione di tutti, perché sente la necessità di avere intorno a sé persone che diano consigli e suggerimenti per la risoluzione degli importanti problemi che interessano il Comune. Infine dichiara insediata la Giunta Comunale. L’Assessore Notaro Guido Casella, rendendosi interprete del sentimento di tutti, ringrazia ed assicura il Sindaco che la Giunta Comunale farà del suo meglio per dare la sua valida collaborazione.”

La nuova Giunta comunale si mise alacremente al lavoro; nel Verbale di Giunta del 14 dicembre 1945 sono riportate, oltre agli ingentissimi danni di guerra, le rilevanti e strategiche opere pubbliche che sarebbero state finanziate in parte con i proventi derivanti dal Casinò.

Premesso che Viareggio, a seguito della guerra, ha subito danni immensi quali la distruzione di interi quartieri cittadini, con circa 2.000 case rase al suolo o completamente inabitabili, la totale distruzione del proprio naviglio mercantile, la minorazione vasta e profonda della propria industria di costruzioni navali e degli impianti balneari e che oggi si trova per questo afflitta da una grave crisi di disoccupazione locale, che per restituire ed assicurare a Viareggio una completa attrezzatura balneare turistica ed adeguati ed appropriati servizi igienici, l’attuazione di un programma di esecuzione di opere pubbliche urgenti, rimaste sospese a causa della guerra, quali:

a) Nuova fognatura razionale ed igienica della Città in luogo dell’attuale primitiva ed insufficiente.
a) Ricostruzione dei pubblici bagni.
b) Sistemazione della viabilità stradale (in condizioni veramente deplorevoli).
c) Sistemazione Pinete e Giardini (devastati dal passaggio della guerra).
d) Costruzione in Viareggio di un teatro in sostituzione del Teatro Comunale “Pacini” e del “Politeama” distrutti dai bombardamenti.
e) Ricostruzione delle attrezzature balneari.
f) Creazione di un Istituto Nautico per la nostra marina mercantile.
g) Costruzione di edifici scolastici.
h) Attuazione del piano regolatore e conseguente sistemazione di nuove strade.
l) Valorizzazione arenile della spiaggia di levante.
m) Costruzione stabilimento pubblici macelli.
n) Costruzione nuovo cimitero perché l’attuale risulta di ostacolo allo sviluppo della Città.
o) Costruzione dei locali di isolamento dell’Ospedale.
p) Potenziamento degli Istituti di assistenza e Beneficenza del Comune.

Considerato come si renda urgente e necessario provvedere all’adozione dei detti provvedimenti straordinari atti a riportare la nostra Città, che giustamente era definita “La Perla del Tirreno”, alla sua posizione di stazione turistico balneare di primaria importanza;

Il Casinò avrebbe potuto, pertanto, rappresentare una fonte di finanziamento straordinaria, tale da poter garantire la realizzazione delle auspicate e lungimiranti opere pubbliche.

In una situazione così desolante nell’immediato dopo-guerra, fondamentale fu la costruzione del “Vialone” che collega lungo il mare Viareggio a Torre del Lago, indispensabile per dare un lavoro ai moltissimi viareggini (per lo più pescatori, marinai e operai) rimasti disoccupati dopo i tragici eventi bellici.

Dalla costruzione del “Vialone” sarebbe potuta dipendere in avvenire la valorizzazione della spiaggia di levante. Si legge nei verbali di Giunta del 25 gennaio 1946:

“Premesso che il Governo, aderendo alle aspirazioni della popolazione per lo sviluppo della Città e la valorizzazione degli arenili di levante, ha disposto la soppressione del Balipedio di Viareggio e la cessazione degli arenili demaniali al Comune…”. Le condizioni erano propizie e Viareggio pensava ad essi per una nuova zona turistica da organizzare a livello internazionale: la nuova “Perla del Tirreno”. Si poteva quindi cominciare a pensare al futuro; le premesse c’erano, ma importante era poter sul momento rimediare alla disoccupazione.

La costruzione del “Vialone” poteva quindi conciliare le due esigenze, tant’è che nella stessa delibera si legge “…che in conseguenza per creare i presupposti dello sviluppo edilizio della città, si rende indispensabile la costruzione di un’arteria stradale, nella predetta zona, dalla Darsena alla via del Mare di Torre del Lago, e tale da impiegare quasi tutta la mano d’opera disoccupata per un lungo periodo…”. Il “Vialone” rappresentava “la via della speranza – al cospetto del mare e della pineta con la visione di una futura splendente Viareggio”.
Come se non bastassero le terribili conseguenze dei bombardamenti, un altro tragico episodio colpì duramente la Città: il 18 luglio 1945 l’ex Casa del Fascio, diventata sede della Red Cross, luogo di ritrovo, ristoro e divertimento dei soldati americani, venne rasa al suolo dalla violentissima esplosione delle mine depositate nelle cantine dell’adiacente Villino Montauti in via Manin all’angolo con la via D’Annunzio, nei pressi di Piazza Mazzini.

La terrificante esplosione provocò moltissime vittime: il bilancio ufficiale è di 37 militari e 18 civili, ma almeno altre 30 furono le vittime non identificate e i feriti furono almeno 50. Per dare un’idea, il bilancio fu molto più grave del disastro della ferrovia (strage di Viareggio) avvenuto il 29 giugno 2009 che fu di 31 morti e 17 feriti. E’ questo un tragico ponte ideale che unisce i giorni nostri a quelli passati della ricostruzione.
Fra le tante opere avviate durante la seconda Amministrazione di Corrado Ciompi, si ricordano la ricostituzione della flottiglia di pescherecci e dei cantieri navali, lo sminamento degli arenili e la bonifica dell’intera spiaggia dal Molo alla Fossa dell’Abate indispensabile per rilanciare e ridare vigore al turismo balneare. Il 23 novembre 1944 la Città di Viareggio ottenne anche la concessione a utilizzare il gonfalone.

La ricostruzione di Viareggio e la lotta alla disoccupazione, l’aiuto e il sostegno ai più bisognosi, erano sicuramente alla base del programma di Corrado Ciompi e della Giunta nonché le maggiori preoccupazioni, ma il rilancio della Città passò anche attraverso la ripresa delle attività culturali e, in particolare, il ripristino del Carnevale.

Nel 1946, quando ebbe luogo il primo Carnevale viareggino dopo la guerra, Corrado Ciompi fu nominato Presidente del Comitato d’Onore con Fernando Tofanelli Presidente del Comitato Esecutivo e l’Avv. Giannetto Guardone Presidente del Comitato Festeggiamenti.

Al termine del suo secondo incarico da primo cittadino, il 26 maggio 1946 il Consiglio Comunale e i dipendenti del Comune di Viareggio, riconoscendo in Corrado Ciompi particolari virtù civiche, gli conferirono una pergamena al merito (pregevolmente dipinta da Uberto Bonetti), di grande valore simbolico, accompagnata da 400 firme, con illustrate le molte opere che furono realizzate durante la sua Amministrazione e che rappresentarono le linee guida anche per le amministrazioni comunali successive.

Queste le significative parole che gli furono dedicate:

All’Avv. Corrado Ciompi che riprendendo l’opera sua interrotta nel 1923 dalla violenta faziosità fascista ritornò a reggere l’Amministrazione Comunale dal 13 Novembre 1944 al 24 marzo 1946.
I colleghi della Giunta e i funzionari del Comune che accompagnandolo nella diuturna fatica, misurarono il generoso impulso, l’efficace intuito, le civiche virtù con cui Egli resse le sorti della sua Città nelle asprezze della ricostruzione, interpreti del gran cuore del popolo, con rinnovato plauso – offrono – al Maestro e al Padre. Viareggio 26 maggio 1946. Comune di Viareggio

La vicenda umana di Corrado Ciompi si concluse, dopo una lunga malattia, il 28 aprile 1949 proprio durante gli ultimi giorni della accesa campagna per le elezioni comunali in cui era il candidato Sindaco della DC, partito che poi vinse le elezioni ed espresse il nuovo Sindaco, l’ingegner Antonio Garboli.

Corrado Ciompi era nato a Pontedera il 1 dicembre 1978. Sposato con Andreina Penco, ebbero quattro figlie (Raffaella, Giulia, Marcella e Maria Grazia).

Corrado Ciompi si prodigò in maniera totalmente disinteressata e con completa dedizione per la ricostruzione e lo sviluppo della Città. Fu un protagonista indiscusso della vita politica, sociale e culturale a Viareggio, prima e dopo il fascismo. La sua straordinaria vicenda politica fa di Corrado Ciompi una figura realmente emblematica della storia di Viareggio; costretto a lasciare il buon governo della Città per poi essere chiamato a riprenderlo dopo la tragedia del fascismo e della guerra.

(a cura di Corrado Broli)

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ultimo aggiornamento: 08-01-2015


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