CAMAIORE. Nuova puntata di A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia.

La carcassa di una povera balenottera spiaggiata qualche giorno fa a Lido di Camaiore ha creato molto scalpore, in realtà questi avvenimenti sono, ahimè, abbastanza frequenti sulle nostre coste. Probabilmente molti di voi ricorderanno l’esemplare spiaggiato in località Cinquale negli anni Novanta, sapete che lo scheletro (19,3 metri) si trova appeso al soffitto del Civico Museo di Storia Naturale di Milano?

Invece se passate per la chiesa di Santa Maria dei Servi a Lucca, soffermatevi a leggere una lapide posta in facciata:

“Balenae pystres tymni delphines et orcae oceani et nostri caetera mostra maris quiqiud Nilus habes quicquid mirabile Ganges astruat et haec vobis bellua sola fidem os orisque costa raeliqui corporis vastitatem demostrant eiecit tuscum mare ad lucense littus anno salutis MCCCXCV – Nicolaus Tegrimus posuit”.

“Balene, pistrici, tonni, delfini, orche e gli altri mostri del mare Oceano e del nostro, quanti o Nilo ne hai, quanti mirabili ne aggiungi o Gange, questa sola bestia vi dà testimonianza: l’osso della bocca e la costola dimostrano la vastità del rimanente corpo. Il mare toscano la gettò sul litorale di Lucca nell’anno di salvezza 1495. Nicolao Tegrimi pose”.

Parole dettate dall’umanista Nicolao Tegrimi nel 1495 in occasione del rinvenimento sulla spiaggia di Viareggio di una balena morta. Alcune delle ossa più grandi vengono portate a Lucca ed esposte sulla facciata della chiesa di Santa Maria dei Servi, potete immaginare la curiosità della gente che numerosa accorreva a vedere le ossa del “mostro”. La stessa curiosità animava anche i potenti: nascono in quel periodo le Wunderkammern (camere delle meraviglie) dove i principi raccoglievano le “stranezze” della natura come scheletri, uova giganti, animali imbalsamati alternati a pietre preziose, piante e frutti esotici, feti e quanto di più strano la natura poteva offrire, tutto collocato alla rinfusa senza criteri tematici o cronologici. Tuttavia questo collezionismo senza finalità didattica e dettato dal desiderio di possesso, sarà fondamentale per la nascita dei musei veri e propri qualche secolo dopo.

Dunque una balena esposta in città, un’altra regina di un museo, per questa invece niente di glorioso: fatta a pezzi per essere smaltita in un inceneritore.

 

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