carnevale viareggio 2015

Carnevale di Viareggio 2015, nelle mascherate di gruppo svetta ancora Bertozzi

VIAREGGIO. Prima di addentrarci nella presentazione delle mascherate di gruppo rivolgiamo subito un appello alla Fondazione Carnevale: trovate un modo, che sia per “incarico diretto” o ripristinando il meccanismo degli avanzamenti e delle retrocessioni, per far salire di categoria Luca Bertozzi. Perché le mascherate di gruppo gli stanno strette, senza nulla voler togliere ai suoi colleghi.

“Padiglione Italia” di Luca Bertozzi. Dicevamo: il campione in carica punta dritto dritto alla terza vittoria consecutiva. Nella sua ultima fatica c’è tutto: attualità (l’Expo di Milano), pregevole modellatura (i volti pingui di Renzi e Papa Francesco) e minuziosa cura dei particolari (i gusci di cozze, le incrostazioni delle pentole). Non sappiamo più come dirlo: qui è sprecato. Dategli modo di iniziare a cimentarsi con i carri.

“Hand puppets” di Michele Canova. Lo scultore viareggino rende omaggio all’arte di Paul Klee e ai suoi burattini tra cui il personaggio del Big Eared Clown che ha delle assonanze stilistiche e coloristiche con la maschera di Burlamacco.

“In punta di matita…trucioli di Carnevale” di Roberto De Leo e Vania Fornaciari. Simpatica e insolita mascherata dove i trucioli, solitamente uno scarto restituito dagli appuntalapis, possono diventare la gonna di una ballerina, le pinne di un pesce o i petali di un fiore.

“In balia del vento” di Marzia Etna. Soffia il vento del cambiamento – e, almeno a Viareggio, negli ultimi giorni non solo quelli… – e c’è chi costruisce muri, chi mulini a vento: i politici italiani (Berlusconi, Brunetta, Fassina, Grillo, Renzi e molti altri) sono dei novelli Don Chisciotte pronti all’assalto. In lizza per il podio.

“Che bordello!” di Giampiero Ghiselli e Maria Chiara Franceschini. Ecco il Ghiselli che ci piace: satira politica che gioca sul doppio significato di parole ed espressioni, buone caricature di ministri e parlamentari. Qui l’effetto comico sta nel rappresentare Renzi, Berlusconi, Napolitano, Grillo, Letta, Alfano, Monti e Brunetta come quelle signorine che lavorano nelle case di tolleranza prima della legge Merlin.

“Rubiamo ai poveri per donare ai ricchi” di Libero Maggini. Una mascherata dipinta interamente in bianco e nero – ma con apprezzabili sfumature di grigio – che celebra i personaggi di “Alan Ford” e la capacità dei suoi autori Magnus e Bunker di anticipare di qualche decennio i tempi di crisi. Maggini rimane uno degli artisti più validi della categoria.

“Happy!” di Giacomo Marsili. Una mascherata che farà – per l’appunto – la felicità dei bambini e di tutti gli appassionati del film “Cattivissimo me”: i personaggi realizzati da Marsili, al debutto nella “palestra” del Carnevale dopo l’esperienza tra i carri piccoli con Gionata Francesconi, sono i famosissimi minions.

“…a Mille ce n’è…di giorni d’aspettar…la lallà…” di Adolfo Milazzo. L’illusione che il premier Matteo Renzi segua la stessa parabola di Pinocchio, da bugiardo birichino a bambino perbene. Inconfondibili la colorazione e la modellatura del mascheratista.

“Carnevale surreale” di Enrico Vannucci. La situazione surreale che ha accompagnato il Carnevale di Viareggio negli ultimi mesi si intreccia qui con l’arte di Dalì, De Chirico e Magritte tra colori sgargianti e figure metafisiche.

Ti protrebbe interessare

Carnevale di Viareggio, il gran finale

Torna il Carnevale per il terzo corso, carri in notturna per uno spettacolo mozzafiato

Carnevale, tutto pronto per il secondo corso